Verso l'immortalità
di Nicola Belcari - lunedì 15 aprile 2024 ore 08:00
Le invenzioni della tecnica si sono succedute col crescendo di un ritmo esponenziale inimmaginabile, al punto che la nostra vita ne è stata sconvolta, l’elettronica e l’informatica hanno rivoluzionato le forme del vivere. Di questo progresso vertiginoso non è semplice vederne le frontiere o i confini eticamente invalicabili.
Gli scienziati non rivelano in anticipo sogni, speranze, illusioni, né sappiamo quali finanziamenti ricevano, se e quali esperimenti siano davvero in corso.
Forse si comincia a concepire l’idea dell’immortalità per la specie umana? Una serie di operazioni ci girano intorno: cellule staminali, microchips destinati al corpo dei bipedi forniti d’intelligenza, trapianti, clonazione.
È questa la somiglianza con Dio che l’uomo insegue? È questo il superuomo che dovrà nascere? L’eletto, il figlio di una vergine (la macchina) della biogenetica?
Informatica e biologia stanno collaborando alla creazione di qualcosa di sconosciuto e imprevedibile? Potrà accadere senza pericolo nel mondo del libero mercato dove vige la legge del profitto?
Nel frattempo, si mette a rischio il pianeta, si torna a prendere in considerazione armi atomiche, si avvelena e si scorcia la durata della vita con l’inquinamento.
Quale ente o agenzia etica potrà opporsi? La Chiesa è fuori causa: la sua partita ingaggiata con la scienza è conclusa e definitivamente persa (per la cronaca due a zero, un goal per tempo, marcatori Galileo e Darwin).
Per ora, se un’epidemia mondiale avesse avuto origine da una fuga di laboratorio, avremmo stabilito un record storico. Se il prezzo della democrazia è l’istupidimento delle masse, necessario alla loro manovrabilità, come arginare o controllare gli eventi? Con i politici che ne saranno sempre più frutto ed espressione.
Moriremo senza sapere se i nostri successori saranno dei non-morti e l’umanità potrà ridurre le nuove nascite a un minimo e ottenerle senza le impervie fatiche della monta tradizionale; moriremo senza l’evenienza d’incorrere nel brivido d’intenerimento, o di raccapriccio, nel ritrovarsi qualche leader di successo divenuto eterno.
Nicola Belcari