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lunedì 24 marzo 2025

SORRIDENDO — il Blog di Nicola Belcari

Nicola Belcari

Ex prof. di Lettere e di Storia dell’arte, ex bibliotecario; ex giovane, ex sano come un pesce; dilettante di pittura e composizione artistica, giocatore di dama, con la passione per gli scacchi; amante della parola scritta

Da Capodanno a Carnevale

di Nicola Belcari - lunedì 03 marzo 2025 ore 07:30

L’arrivo del nuovo anno si festeggia come l’esercito invasore o liberatore. È un atto di sottomissione col quale si cerca d’ingraziarsi colui che ha il potere di farci del bene o del male secondo il suo arbitrio. Nel caso dell’anno è una personificazione ingenua? Può darsi. Nessuno crede più all’efficacia di simili riti ma evocarne il simbolo è un comprensibile atto di buon augurio. Siccome non è possibile opporsi alle ingiustizie, alle decisioni dei capi, guerre, crisi economiche, alle varie sventure, e tutto ciò è assimilato alle catastrofi naturali, ci si affida alla buona sorte.

Non è la fine di un anno storico, è la fine di un anno come tutti gli altri, non un inizio particolare, ma l’inizio come tante altre volte si svolge nel tempo naturale non nella Storia. È l’idea del tempo come ciclo delle stagioni, non del tempo irreversibile della Storia: è appena passato Natale e gli uomini tornano al paganesimo di società arcaiche nel mito della Natura e dei suoi cicli che si ripetono, che sempre ritornano. Sono perciò coerenti scongiuri e rituali apotropaici. Si inscenano orge simboliche, timidi simulacri di sesso di gruppo nella notte del disordine, del caos, dell’ebbrezza. È il ricordo delle nozze sacre di Ishtar e Tammuz, la celebrazione di una ierogamia, l’unione del Cielo e della Terra, quando il re e la sacerdotessa si univano nella camera più alta e segreta dello ziggurat, a Uruk, a Lagash.

Di lì a poco ecco un’altra festa, il Carnevale, che dovrebbe ribaltare il grigiore quotidiano, sarà un’occasione mancata: travestirsi un gioco inoffensivo, senza rischi. La maschera non scioglie dalle catene dell’opprimente “normalità” e sarà solo un annuncio tradito di libertà.

Nicola Belcari

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