L'intervista tivvù
di Nicola Belcari - mercoledì 13 dicembre 2023 ore 07:30
Vi ho mai raccontato di quella volta che sono stato intervistato dalla tivvù?
Quante probabilità c’erano di essere scelto a caso per la strada come rappresentante dell’uomo, appunto, della strada, del popolo sovrano, dell’uomo-massa? Più facile fare tombola alla festa paesana.
Ero così emozionato che riuscivo a stento a parlare e perciò per vincere quello stato d’animo risolsi di essere genuino esprimendo il mio pensiero senza accomodamenti o pretese, con naturalezza e spontaneità.
La signorina con il microfono era d’una bellezza travolgente e imbarazzante: per la sua assunzione era palese che s'era attinto dalla graduatoria di quella categoria nella quale eccelleva e non nell’altra, quella dei raccomandati, essendo la terza categoria, quella della bravura, affatto inutile ai fini del lavoro da svolgere.
Mi fu chiesto se stessi partecipando alla manifestazione in corso, che aveva riunito un po’ di gente in marcia con cartelloni e bandiere, e nel caso con quali motivazioni. Non stetti a spiegare che mi trovavo confuso tra la folla perché dovevo acquistare il biglietto della lotteria (con i numeri avuti in sogno) nel negozio lì vicino.
Quando seppi di cosa si trattasse espressi con sincerità il mio pensiero. Le mie idee, dissi, coincidono con ciò che suggerisce la tivvù, mi guardo bene da avere la presunzione di formarmi opinioni personali, non mi fido di internet pieno com’è di notizie false, sono fiero di essere totalmente condizionato dagli esponenti del mondo televisivo che insegnano a stare al mondo con generosa condiscendenza, bevo come oro colato le lezioni di vita che hanno il buon cuore di elargire per puro amore dell’umanità.
Mi aspettavo che queste dichiarazioni favorevoli fossero apprezzate dall’interlocutrice che apparteneva all’ambiente da me lodato con convinzione, invece mi parve, ebbi l’impressione certo fallace, che mi guardasse in modo strano (come se avesse avuto di fronte una persona con un lieve deficit cognitivo) o almeno notai della perplessità.
Nei giorni successivi non stavo alle mosse, con l’entusiasmo di rivedermi sullo schermo, ascoltai tutte le trasmissioni di quella rete, immaginando la sorpresa e la considerazione, se non anche l’ammirazione, dei conoscenti sul posto di lavoro.
Non vi dico la delusione! Quell’intervista non andò mai in onda.
Nicola Belcari