Dichiara pace
di Adolfo Santoro - sabato 01 giugno 2024 ore 08:00
Mi ha scritto un amico sconosciuto da una “Struttura intermedia”, una di quelle strutture psichiatriche nate dopo la riforma 180, che dovrebbe favorire la “recovery”, concetto ambiguo, che, eludendo la pericolosa antitesi salute/malattia, si riferisce al percorso poco chiaro, durante il quale il cittadino-paziente deve imparare a fronteggiare gli eventi quotidiani, avere buone capacità relazionali e sociali, servendosi anche di opportuni sostegni e riconoscendo i propri limiti. Inutile dire che le “Strutture intermedie” sono un intrattenimento, volto ad addomesticare gli “ospiti” e a dare uno stipendio da fame ai riabilitatori in attesa dell’effetto degli psicofarmaci, che abbreviano di una decina d’anni la vita di chi li prende. Quanti “psichiatrici” ho visto che, dopo il rinsavimento/addomesticamento favorito dagli psicofarmaci, hanno sviluppato un cancro!
Ma ecco che cosa mi ha scritto il mio affezionato lettore/commentatore con capacità letterarie degne di avere uno spazio in qualche giornale:
“Bellissimo articolo, specie la parte finale sulle regole della convivenza civile. Quanto ce ne sarebbe bisogno qui in manicomio!
Il fatto è che tanti votano per vendicarsi del vicino, perché non sanno farsi valere e si aspettano che il politico bullo lo faccia per loro, come quando si va a chiamare il fratello grande. Tanti votano perché la politica è l'unico contatto che hanno con una realtà che li ignora. Di tutte le persone che conosco in grado di fare un ragionamento logico ce n'è una manciata. Più o meno percentualmente tanti quanti gli elettori di 'terra pace dignità'. Siamo stanchi di portare sulle spalle il peso del mondo, vorremmo fare gli incivili un po' anche noi a volte. Ma non c'è alternativa. Che speranze abbiamo, se non di morire additati anche come boicottatori? I numeri che cita non dicono la verità. La gente vuole un universo in espansione e al supermercato si incazza se non trova le ciliegie. Mica è disposta a mangiare un po' meno carne per salvare il pianeta o a scegliere fra il condizionatore e la pace (Draghi). La gente ha sempre scelto Barabba, è inutile citare Gesù. La guerra in Ukraina ha fatto salire i prezzi e ci propongono come soluzione di ammazzare i Russi che l'hanno fatta cominciare. Forse i numeri tornano contando il 40 per cento di astenuti, ma se nemmeno la fame li spinge fino al seggio io ho il sospetto che mentano.
Buona domenica!”.
La sua sensibilità “psicotica”, cioè maggiore di quella del banale senso comune, gli fa percepire dolorosamente la violenza propria dei gesti della quotidianità. Ma anche il mio amico, come la quasi totalità di “noi”, sta aspettando il permesso di far pace con i propri “nemici” interiori e di girare le spalle al passato.
Ed allora spetta soprattutto a “noi” – a chi ha maggiore potere comunicativo - “dichiarare pace”.
Ma la prosa non serve: la prosa serve solo a continuare la discussione.
Ecco i testi di alcune poesie o canzoni sulla pace.
Il discorso sulla pace di Jacques Prévert
Sul finire di un discorso di grande importanza
l’insigne statista esitando
su una bella frase assolutamente vuota
ci cade dentro
e impacciato la bocca spalancata
affannato
mostra i denti
e la carie dentaria dei suoi paciosi ragionamenti
scopre il nervo della guerra
il cruciale problema del denaro.
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https://www.youtube.com/watch?v=l9frfd97bMM
Quante strade deve percorrere un uomo
Prima di chiamarlo uomo?
Quanti mari deve percorrere una colomba bianca
Prima di dormire nella sabbia?
Sì, e quante volte devono volare le palle di cannone
Prima che siano banditi per sempre?
La risposta, amico mio, sta soffiando 'nel vento
La risposta sta soffiando nel vento
Sì, e per quanti anni deve esistere una montagna
Prima che venga trascinato in mare?
E quanti anni possono esistere alcune persone
Prima che gli sia permesso di essere liberi?
Sì, e quante volte un uomo può girare la testa
E far finta di non vedere?
La risposta sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento
Sì, e quante volte un uomo deve alzare lo sguardo
Prima che possa vedere il cielo?
E quante orecchie deve avere un uomo?
Prima che possa sentire la gente piangere?
Sì, e quante morti ci vorranno prima che lo sappia
Che sono morte troppe persone?
La risposta sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento
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Verrà un giorno di Jorge Carrera Andrade
Verrà un giorno più puro degli altri:
scoppierà la pace sulla terra
come un sole di cristallo.
Una luce nuova
avvolgerà le cose.
Gli uomini canteranno per le strade
ormai liberi dalla morte menzognera.
Il frumento crescerà sui resti
delle armi distrutte
e nessuno verserà
il sangue del fratello.
Il mondo apparterrà alle fonti
e alle spighe che imporranno il loro impero
di abbondanza e freschezza senza frontiere.
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Image di John Lennon
Immagina che non ci sia alcun paradiso
Se ci provi è facile
Nessun inferno sotto di noi
Sopra di noi solo il cielo
Immagina tutta la gente
Che vive solo per l’oggi
Immagina che non ci siano patrie
Non è difficile farlo
Nulla per cui uccidere o morire
Ed anche alcuna religione
Immaginate tutta la gente
Che vive la vita in pace
Si potrebbe dire che io sia un sognatore
Ma io non sono l’unico
Spero che un giorno ti unirai a noi
Ed il mondo sarà come un’unica entità
Immagina che non ci siano proprietà
Mi domando se si possa
Nessuna necessità di cupidigia o brama
Una fratellanza di uomini
Immaginate tutta la gente
Condividere tutto il mondo
Si potrebbe dire che io sia un sognatore
Ma io non sono l’unico
Spero che un giorno ti unirai a noi
Ed il mondo sarà come un’unica entità.
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Uomo del mio tempo di Salvatore Quasimodo
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
– t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero,
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all’altro fratello:
“Andiamo ai campi”. E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
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https://www.youtube.com/watch?v=R7ge7m6c924
Ci sono colori per la strada
Rosso, bianco e blu
Gente che trascina i piedi
Gente che dorme nelle proprie scarpe
Ma c'è un segnale d'allarme più avanti sulla strada
C'è molta gente che dice che staremmo meglio da morti
Non mi sento come Satana ma per loro lo sono
Perciò provo a dimenticarlo in ogni modo possibile
Continua a farti il culo [1] nel mondo libero
Continua a farti il culo nel mondo libero
Continua a farti il culo nel mondo libero
Continua a farti il culo nel mondo libero
Vedo una donna nella notte
Con un bambino in braccio
Sotto un vecchio lampione
Vicino a un cassonetto
Sta gettando via il bambino per andare a farsi un tiro
Odia la sua vita e quello che ne ha fatto
C’è un altro bambino che non andrà mai a scuola
Che non si innamorerà mai, non sarà mai fico
Continua a farti il culo nel mondo libero
Continua a farti il culo nel mondo libero
Continua a farti il culo nel mondo libero
Continua a farti il culo nel mondo libero
Abbiamo mille punti luce
Per i senzatetto
Abbiamo una mitragliatrice più carina e gentile
Abbiamo centri commerciali e carta igienica
Abbiamo scatole di polistirolo per lo strato di ozono
Abbiamo un uomo del popolo che dice di tenere viva la speranza
Abbiamo benzina da bruciare, abbiamo strade da percorrere
Continua a farti il culo nel mondo libero
Continua a farti il culo nel mondo libero
Continua a farti il culo nel mondo libero
Continua a farti il culo nel mondo libero
[1] Il ritornello si può tradurre in vari modi: “Continua a rockeggiare nel mondo libero” (significato letterale che si è trasformato negli anni in un motto della musica rock), “Continua a combattere nel mondo libero” e, appunto, “Continua a farti il culo nel mondo libero”. Questi ultimi sostengono implicitamente il senso del brano nel contesto della discussione sul significato di libertà che è alla base dell’album.
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I bambini giocano alla guerra di Bertolt Brecht
I bambini giocano alla guerra.
È raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai “pum” e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
È la guerra.
C’è un altro gioco
da inventare:
far sorridere il mondo,
non farlo piangere.
Pace vuol dire
che non a tutti piace
lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche
agli altri bimbi
che spesso non ne hanno,
perché ne hai troppi tu;
che i disegni degli altri bambini
non sono dei pasticci;
che la tua mamma
non è solo tutta tua;
che tutti i bambini
sono tuoi amici.
E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo
non avere paura.
Adolfo Santoro