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Cronaca venerdì 18 giugno 2021 ore 19:30

Khrystyna uccisa da un colpo di pistola alla testa

Un momento della conferenza stampa in questura

La svolta sul caso dopo un lungo interrogatorio in questura, durante il quale sono emersi nuovi particolari sull'omicidio della giovane



CASTELFRANCO DI SOTTO — Dopo 9 ore di interrogatorio serrato ieri Francesco Lupino ha ammesso di aver premuto il grilletto contro Khrystyna Novak, la 29enne ucraina scomparsa a inizio Novembre e ritrovata senza vita quasi sette mesi dopo in un casolare abbandonato, distante alcuni chilometri da Corte Nardi, dove la giovane viveva.

La svolta sul caso è arrivata intorno alle 18 ieri quando, messo alle strette dalle evidenze investigative e scientifiche emerse durante le indagini, il vicino di casa della ragazza, in carcere dal 23 Marzo con l'accusa di omicidio, avrebbe reso piena confessione dei fatti, dall'assassinio all'occultamento del cadavere.

In base a quanto emerso durante l'interrogatorio e reso noto oggi durante una conferenza stampa in questura, ad uccidere Khrystyna sarebbe stato un unico colpo di pistola alla testa. Un delitto che si è consumato intorno alle 10,30 del 2 Novembre 2020 nell'abitazione della donna, al culmine di una discussione, ma del quale il 50enne nega la premeditazione. "Non ero andato in quella casa per ucciderla ma per parlare con lei" avrebbe detto agli inquirenti. 

Fatto sta che durante la discussione avrebbe estratto la Tanfoglio che aveva con sé  e premuto il grilletto. Un colpo letale.

In quella casa, diventata luogo del delitto, il corpo senza vita della ragazza sarebbe rimasto per le successive 24 ore, fino al ritorno del suo assassino che, a quel punto, lo ha avvolto in un telo e dopo aver ripulito la scena del crimine, lo ha caricato nella bauliera della sua auto (dove poi la polizia scientifica ha trovato tracce di sangue) e lo portato fino al casolare dove è stato ritrovato il 21 Maggio.

Durante l'interrogatorio, poi, Lupino avrebbe rivelato agli inquirenti di essersi sbarazzato dell'arma del delitto due giorni dopo i fatti, gettandola in un canale nella zona industriale di Porcari, in provincia di Lucca, anche se per il momento le ricerche hanno dato esito negativo. La pistola che ha sparato il colpo alla 29enne non sarebbe quindi quella trovata nei pressi del casolare (vedi articoli collegati).

Ancora nessuna traccia dei due cellulari della ragazza, che lo stesso Lupino avrebbe affermato di aver gettato in un altro canale, lungo la strada provinciale 4. Versione plausibile, come spiegato dalla polizia, dato che lungo il tragitto uno dei due dispositivi ha agganciato una cella telefonica.

Ieri, su indicazione dell'uomo, durante un sopralluogo con il pubblico ministero, la polizia ha ritrovato e sequestrato il bossolo di un proiettile, compatibile con quello sparato alla Novak, che il 50enne avrebbe preso dal luogo del delitto e conficcato nella copertura di catrame di una cabina elettrica.

Qui sotto gli ultimi articoli dedicati al caso.


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