Roberto Braida : passaggi per l’anima
di Riccardo Ferrucci - giovedì 06 febbraio 2020 ore 09:30
Roberto Braida ha realizzato negli ultimi anni un vero rinnovamento estetico e pur rimanendo legato al “suo” mare ed al suo mito, affronta una nuova dimensione. I quadri si fanno materici, usa sabbie e polveri di marmo, scompaiono i riferimenti a qualunque dato realistico e le sue opere sembrano scenari di geografie astratte, viaggi ideali nei quali emozione e armonia si mescolano ad atmosfere silenziose, misteriose e invitanti, nascono le Linee d’Acqua. Quell’orizzonte che il maestro oggi tinge di colori inventati sono il massimo che la mente possa concepire: al di là si trovano le speranze individuali di paradisi più o meno artificiosi, così il mare diventa il palcoscenico maestoso delle nostre passioni e dei nostri sogni. La mostra Passaggi che viene presentata in Portogallo, nell’ambito del Festival Sete Sois Sete Luas, presenta venti opere della sua più recente produzione. La sua attività di pittore professionista inizia nel 1974 con la prima personale e sono ormai numerosissime le mostre, le presenze ed i riconoscimenti dell’artista in manifestazioni a carattere nazionale ed internazionale.
La pittura di Roberto Braida possiede il ritmo e le movenze della classicità, con elementi interni di armonia e assoluta modernità. Passaggi, titolo della mostra, è soltanto un provvisorio avvicinarsi alla bellezza di luoghi ricreati sulla tela, con un maniera raffinata e misurata. I venti paesaggi presentati sono luoghi dell’anima, evocati attraverso una tecnica ed una composizione sempre più profonda. Una prima impressione di fronte a questi lavori è di trovarsi nella stessa magia suggerita dal finale del film di Stanley Kubrick 2001 odissea nello spazio, quando il viaggio oltre l’infinito, del regista americano, diventa un viaggio iniziatico nei misteri dell’uomo.
La stessa necessità interiore anima la pittura di Braida che nei notturni, nei toni in rosso, azzurro, giallo compone una sinfonia per immagini che trova pochi riscontri nella pittura contemporanea; un viaggio in bilico tra terra e cielo, sospeso nel silenzio, che evoca segrete armonie. Per il pittore ligure il mare e il cielo, come ricorda Saramago, sono strumenti essenziali di una raffigurazione poetica del reale, un trascendere per trovare una dimensione onirica ed ancestrale. Tra gli artisti che hanno intrattenuto un dialogo ravvicinato con il paesaggio, come accade in Braida, viene alla mente la pittura raffinata e silenziosa di Piero Guccione. Un altro autore dove si perdono i confini, punti di riferimento e divisioni spaziali, tutto confluisce in un bianco che lentamente e magicamente trasfigura in azzurro.
Abbiamo incontrato Braida a Lisbona durante la sua mostra portoghese e gli abbiamo chiesto le impressioni su questa prima esperienza in terra lusitana.
Sono stato felice di venire in Portogallo e presentare la mia opera, perché questo è un paese simile al nostro: è affacciato sull’atlantico e sul mare, ha città importanti ed presenta una dimensione solitaria. E’ una nazione che è in bilico tra un glorioso passato ed una forte innovazione moderna. Ho trovato una grande disponibilità delle persone e un sentimento di forte accoglienza, con una grande attenzione per il mio lavoro d’artista e, più in generale, per la cultura italiana.
La mostra Passaggi rappresenta un momento di crescita ed evoluzione del tuo lavoro che, pur restando ancorato al paesaggio, sta sempre di più cercando strade nuove ed originali .
Sono convinto che la pittura di paesaggio non conosce crisi, ma necessita di una rivisitazione costante. Ritengo che nella mia pittura non c’è la riproduzione del vero, ma c’è l’interpretazione del vero. La mia pittura propone apparentemente luoghi , ma non reali, costruiti su misura per l’uomo, luoghi silenziosi e con una forte suggestione di colori.
Ho visto un riferimento forte nella tua pittura ai paesaggi di sogno del finale di 2001 odissea nello spazio di Kubrick, c’è realmente questo riferimento cinematografico nel tuo lavoro ?
E’ una percezione corretta, i miei sentimenti vanno in questa direzione, non mi interessa un luogo geografico esatto della memoria, quello che mi affascina è un luogo del viaggio che mi permette di andare mentalmente lontano. E’ interessante cercare una dimensione lontana, enigmatica, segreta, priva di presenze umana , è una pittura del silenzio. L’unico fragore è quello ottenuto attraverso l’uso dei miei colori.
Essendo in Portogallo viene naturale pensare a Saramago, che è stato presidente onorario del Festival Sete Sois Sete Luas e che scriveva che i viaggiatori singoli muoiono, ma il viaggio dell’uomo non ha mai termine. Ti ritrovi in questa frase ?
E’ una frase meravigliosa che mi trova assolutamente concorde. Sono convinto che la vita è un viaggio, con tutte le sue insidie, fatto di alti e bassi, di ripartenze. Da tragedie e delusioni nascono le creazioni più importanti, da le difficoltà nascono momenti di crescita e un nuovo modo di guardare la vita.
Come è stata l’esperienza con i ragazzi della scuola, con cui hai realizzato dei laboratori creativi?
L’incontro con i bambini e i ragazzi del posto è stata straordinaria. Ho trovato degli studenti molto attenti, curiosi ed educati. I loro insegnanti hanno innescato il magico sentimento del rispetto. Quando tornerò in Italia, nel mio studio, le emozioni e i sentimenti che ho provato si tradurranno in nuovi colori, in nuove cromie.
In passato altri autori da Antonio Possenti a Giampaolo Talani, da Luca Alinari a Ugo Nespolo hanno subito il fascino del Portogallo. In te quali emozioni ha suscitato questo viaggio ?
Lo definirei un sottile filo di seta che lega insieme amicizia, passione, creatività. E’ importante affrontare esperienze nuove per un’artista, un autore si deve far contaminare ed influenzare da mondi diversi e lontani. Bisogna non avere mai risposte, ma porsi, in continuazione, nuove domande che guardano al domani e al futuro, senza dimenticare la nostra storia.
Riccardo Ferrucci