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Lavoro martedì 15 luglio 2014 ore 10:22

Il Comprensorio del Cuio, produttività per la provincia di Pisa

Un indagine de Il Sole24 Ore classifica Pisa tra le città più resistenti alla recessione, grazie anche al fatturato del distretto conciario del Cuio



COMPRENSORIO — La provincia di Pisa è nella classifica delle città che meglio hanno resistito alla recessione economica, grazie anche alla competitività e all'innovazione del Distretto Conciario del Cuoio.

Questo è quello che risulta da un indagine condotta da Il Sole 24 Ore, sulle province e sulle città che meglio hanno saputo resistere alla crisi. L'analisi è stata conodotta sulla base di dieci indicatori, una sorta di marker statistici che danno un riferimento sull’economia e sulla qualità della vita nelle città e nelle province italiane negli ultimi sette anni dall’estate del 2008, quando scoppiò la bolla immobiliare negli Stati Uniti ad oggi. Tra gli indicatori presi in esame per capire quanto ha inciso la crisi e la conseguente recessione vi sono: disoccupazione, prestiti, il valore degli immobili, il numero di laureati, la spesa per i medicinali, la quantità di rifiuti prodotti.

Sulla base dei dati registrati negli ultimi due anni risulta che Pisa è riuscita a mantenere una buona posizione soprattutto grazie alla produttività del Comprensorio del Cuoio, che si è distinto per una riduzione dell'inquinamento ambientale pur mantenendo la qualità dei prodotti. Il Distretto Conciario del Cuoio è secondo alcuni economisti in fase di ripresa economica e quindi praticamente fuori dalla crisi. Importante anche il comparto produttivo della zona della Valdera, che insieme al mondo agricolo risultano essere stati due motori determinati per la provincia pisana. 

Pisa è insieme a Prato la provincia toscana meno colpita dalla crisi. Nella stessa fascia positiva ci sono anche altre città tra cui Vicenza, Bolzano, Modena, Mantova, Genova, Prato, Verona, Aosta, Milano.

Delle città toscane la più colpita dalla recessione invece, sempre secondo Il Sole24Ore sembra sia Grosseto seguito da Viterbo, Latina, Novara, Cosenza, Nuoro, Cagliari, Terni, Messina, Reggio Calabria.

Il quotidiano economico nella sua indagine italiana ricorda che in sette anni di crisi il tasso di disoccupazione e' raddoppiato salendo al 12,2% e quello dei disoccupati under 35 oltre il 30%, e i depositi in banca sono saliti anche come scelta di risparmio.

La crisi non ha colpito tutti i territori allo stesso modo. Mediamente i centri piccoli e medi sembrano avere sofferto maggiormente, aumentando se possibile ulteriormente lo stacco in termini di ricchezza e la produttività tra nord e sud dell’Italia.

Spesso inoltre la crisi ha colpito anche su quelli che fino al 2008 era considerati centri economicamente trainanti per l’Italia sia tra le regioni che tra le province, alla fine le più colpite sono il Piemonte, l’Emilia Romagna, le Marche, il Lazio. 


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