Attualità domenica 07 settembre 2014 ore 12:42
Shalom, 11mila euro per i cristiani in Iraq
Aperte le donazioni online sul sito Shalom. Don Cristiani:"Situazione drammatica e insostenibile. Appello alle istituzioni nazionali e internazionali"
SAN MINIATO — Sono trascorsi pochi giorni dal lancio della campagna di raccolta fondi per i cristiani perseguitati in Iraq. Abbiamo ricevuto oltre 11.000 euro di offerte che abbiamo già provveduto ad inviare a padre Firas, referente di Shalom a Erbil in Iraq per sostenere le cure mediche dei feriti, dei malati e garantire cibo, vestiti e assistenza agli sfollati. Si può donare anche online direttamente dal sito www.movimentoshalom.org oppure tramite ccpostale n. 11858560 intestato a Movimento Shalom onlus oppure bonifico bancario presso CRSMiniato codice Iban IT49U0630071150CC1000006324 – nella causale specificare: “per i cristiani dell’Iraq”.
Direttamente da Padre Firas ci è pervenuta una proposta shock che indica la situazione drammatica in cui stanno vivendo i cristiani. “Un asilo di massa – ha scritto il sacerdote iracheno - Cari fratelli di tutto il mondo, se volete veramente fare qualcosa per i cristiani in Iraq allora aiutateli ad avere asilo in massa in Australia, USA o Europa. Ve lo dico non in mio nome ma in nome di tantissimi nostri fedeli che non cessano di chiedercelo ogni giorno”.
Sono parole importanti, queste, parole pesanti, se si considera la lotta che in tutti questi anni è stata fatta perché i cristiani non sparissero dall'Iraq, ma che denotano il grado di disperazione cui essi sono arrivati.
"La
gente non ha più speranza – continua padre Firas - ed il problema ormai non è
solo l'ISIS perché i musulmani della Piana di Ninive, quelli con cui abbiamo
sempre convissuto, stanno appropriandosi delle case e delle attività che i
cristiani sono stati costretti a lasciare. Che significato hanno, quindi, la convivenza o la
cittadinanza?
Patria non vuol dire solo la terra ma anche la
gente che la abita, la terra ed i nostri averi li abbiamo già persi e la gente
ci ha traditi. Di che paese parliamo? Di un paese che non ci
vuole. Possono prenderci tutto ma non la nostra fede secondo la quale vogliamo
vivere perché è sinonimo di vita."
Il sacerdote iracheno che nelle scorse settimane ha ricevuto anche una telefonata di incoraggiamento da papa Francesco, è responsabile del dispensario medico del campo profughi del santuario di Mart Shmoni che ospita dalle 400 alle 500 famiglie (con in media 5 componenti ognuna = 2000/2500 persone) anche se i numeri variano di giorno in giorno perché le famiglie vanno e vengono e nessuno può contarle.
“Non possiamo lasciare soli i nostri fratelli - dichiara don Andrea Cristiani – lo dobbiamo prima di tutto come uomini e poi come cristiani. Se Firas che conosco da anni arriva a chiedere un asilo di massa vuol dire che la situazione è davvero insostenibile e drammatica. Non so se questa strada sia percorribile realmente ma il fatto è che non possiamo abbandonarli al loro destino. Singoli, gruppi, società civile, istituzioni nazionali e internazionali. Insieme dobbiamo fare qualcosa”.
Continua anche la campagna di sensibilizzazione #anchioesclusodalcaliffato per tenere alta l’attenzione su questo tema. L’11 Settembre organizziamo la “ II^ Camminata del sandalo” da Fucecchio a Cerreto Guidi dedicata proprio ai cristiani perseguitati nel mondo.
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