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Attualità lunedì 26 agosto 2024 ore 14:08

Filctem Cgil su crisi moda, "Industria a rischio"

Filctem Cgil chiede soluzioni al Governo dopo un calo produttivo nazionale dell'8,8%. "Non ci stiamo a veder collassare le nostre eccellenze"



SANTA CROCE SULL'ARNO — Il settore della moda, pilastro del Made in Italy, si trova a fronteggiare una delle sue crisi più gravi degli ultimi anni. A far suonare un ulteriore campanello d'allarme è Gianluca Persico di  Filctem Cgil Toscana, che insieme a Femca e Uiltec, denuncia il profondo stato di difficoltà in cui versano comparti chiave come il tessile, la concia e la pelletteria.

Nonostante le ripetute richieste di intervento, sia a livello regionale che nazionale, da parte sia dei sindaci, sia degli assessori, la situazione sembra destinata a peggiorare, mettendo a rischio non solo l'economia locale ma anche il tessuto produttivo artigianale che caratterizza il nostro territorio. Le preoccupazioni riguardano sia il calo della produzione che quello dell'export, con effetti devastanti sull'occupazione e sul futuro delle piccole imprese.

“Già a fine marzo 2024, insieme a Femca Toscana e Uiltec Toscana, abbiamo inviato una richiesta di convocazione di un tavolo di Unità di Crisi alla Regione Toscana e successivamente, a metà maggio 2024, una successiva richiesta di convocazione ai Ministeri competenti. - Ha dichiarato Persico - Questi settori nei primi mesi del 2024 hanno registrato la peggiore performance dei settori del Made in Italy, si va da un calo produttivo nazionale su base annua dell’8,8% con una grave e preoccupante accentuazione nel periodo pre feriale del 9,3%, con punte nel settore della pelle che arrivano addirittura in doppia cifra”.

Innegabile che il settore conciario e della moda sia una fetta gigante dell’economia toscana, quindi è chiaro pensare come rispetto al panorama italiano il nostro territorio sia particolarmente toccato da questa crisi.

“In Toscana, come nel resto del Paese,- continua - il perdurare di questa crisi rischia di decimare questo tipo di tessuto produttivo che detiene le capacità, l’esperienza professionale, l’attitudine manifatturiera artigiana e tecnologica per sviluppare prodotti ad alto valore aggiunto che sino ad oggi hanno caratterizzato le produzioni nostrane incontrando anche una rilevante attribuibilità verso queste produzioni.

Non ci stiamo e non accettiamo di veder distruggere dei settori rilevanti per l’economia del territorio e per i livelli occupazionali che impiega, non ci stiamo a veder distruggere professionalità, competenze, storia, passione e inventiva a scapito delle produzioni di massa fatte nei paesi stranieri dove non si rispettano ambiente e diritti dei lavoratori e delle persone. - hanno concluso i sindacati - L’occasione è unica, salvaguardare l’eccellenza ed il patrimonio della moda italiana evitando di commettere errori già fatti in altri settori dove il Paese eccelleva e che non ha tutelato a dovere”. 


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