Cripezzi: "Vogliamo contrastare la visione amministrativa del Pd"

FUCECCHIO — Il laboratorio politico Fabrica Comune porta avanti la sua campagna elettorale, a meno di due mesi dalle amministrative di Fucecchio. “Abbiamo una visione complessiva del territorio e una gestione trasversale della cosa pubblica. Il nostro obiettivo è quello di essere un’officina (dal latino fabrica, appunto) in grado di intercettare le istanze del territorio”. A parlare è Emanuele Cripezzi, giovane candidato sindaco, espressione di una lista che non ha simboli di partito.

Quali sono i vostri obiettivi?
“Ci muoviamo per contrastare la visione amministrativa del Pd e di altri partiti strutturati. Io mi sento di poter vincere le elezioni, anche se la concorrenza è agguerrita. Il nostro è un progetto che comincia oggi, ma che, di fatto, non finisce mai. Vogliamo essere il partito della società civile che non si raggruppa con un simbolo ma dietro a dei valori. E per farlo andiamo ad incontrare i cittadini costruendo il nostro programma insieme a loro”.

Negli ultimi dieci anni di amministrazione Toni, secondo lei, che cosa non è stato fatto per Fucecchio?

“Penso ai ritardi nella realizzazione della variante alla Bretella Sud. Il ‘ponte nuovo’ doveva essere pronto già nel 2009; con questo non voglio dire che la colpa sia del sindaco, anzi. Resta di fatto però che questo collegamento tra Santa Croce e Fucecchio adesso non c’è e per la viabilità del nostro Comune è un problema. L’obiettivo legato al completamento di questo tratto è quello di alleggerire il centro dalla mole di traffico, per questo è prioritario”.

L’urbanistica è uno dei temi centrali per Fabrica Comune. Come mai ha criticato l’incontro che l’amministrazione ha fatto per presentare il piano ai cittadini?

“Perché non c’era la volontà di illustrare il piano e mostrarne anche eventuali criticità, tanto che si è resa necessaria una raccolta di firme da parte di alcuni professionisti, proprio per saperne di più. Noi, che come ho già detto, non l’abbiamo promossa, ma solo appoggiata, pensiamo invece ad un’urbanistica più armoniosa possibile. Tornando al caso della Bretella, per esempio, se prima si accedeva a Fucecchio dal ponte di San Pierino, successivamente vi si potrebbe accedere da sud-ovest, con tutta un’altra immagine della città davanti agli occhi. In questo senso l’urbanistica diventa un bene comune, un processo di partecipazione in senso diretto, dove i cittadini vengono messi al corrente veramente”.

Sui bilanci comunali c’è stato un fitto botta e risposta con il sindaco per la questione dei mutui, come si è conclusa la vicenda?

“Non si è conclusa. Per quanto mi riguarda ho soltanto sollevato una questione che esiste: quella delle alienazioni. Le casse del Comune non sono in rosso, i revisori dei conti sono professionisti che sanno quello che fanno, però spesso è difficile fare chiarezza sui conti. Una nota degli stessi revisori dei conti dice di fare attenzione alle alienazioni, perché sono un’ipotesi di abbattimento degli equilibri di bilancio. Quello che io sottolineavo è il fatto di porre l’attenzione sulla spesa corrente: se vogliamo un Comune che funzioni, dobbiamo ridimensionare la spesa corrente, ottimizzandola; in questo modo permettiamo al bilancio di respirare”.

Parliamo del Palio. Qual è la sua visione di questa risorsa?

“Ho incontrato i dodici capi contrada e ho offerto loro una proposta che li rimette al centro e li responsabilizza. Non condivido che l’associazione Palio delle contrade Città di Fucecchio sia legata a doppio filo con l’amministrazione, avendo un assessore nel consiglio di amministrazione. I politici non sono tecnici e quindi mi chiedo: perché un assessore deve stare al posto di un dirigente? Un politico dovrebbe indicare le linee di indirizzo, non sedere al tavolo con i tecnici. Secondo me essere dentro il consiglio di amministrazione dell’associazione non permette di vederne il reale potenziale. Sono andato dai capi contrada per discutere con loro sulle convenzioni da stipulare con il Palio, ma ognuno con il proprio ruolo, perché anche questo è un bene comune”.

Qual è, secondo lei, il ruolo di Fucecchio all’interno dell’Unione dell’Empolese-Valdelsa?

“Fucecchio è ai limiti dell’impero e ai confini del regno. Non siamo di Firenze, ma viviamo di luce riflessa, però dobbiamo anche ammettere che non possiamo fare a meno del Comprensorio. La mia proposta è di portare i quattro Comuni del Valdarno all’interno dell’Unione dell’Empolese-Valdelsa, perché l’Unione non è altro che un laboratorio dove si fanno le cose insieme, anche se ognuno rivendica la propria identità”.

Se viene eletto, qual è la prima cosa sulla quale si mette a lavorare?

“Il regolamento urbanistico e la viabilità. Torno a dire che ne discuterei con i cittadini, perché questo aspetto va condiviso”.

Se invece non viene eletto, come si pone con la nuova amministrazione?

“Farò un’opposizione costruttiva, con una mano tesa alla collaborazione verso chiunque vada ad amministrare”.

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