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Lavoro sabato 24 maggio 2014 ore 11:43

Assoconciatori, fatturato aziende conciarie, più 3 per cento nel 2013

Bilancio annuale positivo. Donati:"Una nuova certificazione per la pelle del distretto".Ambiente, qualità ed etica al primo posto



SANTA CROCE — Il presidente dell’Associazione conciatori,Franco Donati, ha presentato la relazione sull’andamento del triennio 2011-2014 in occasione dell’assemblea annuale dei soci, svoltasi giovedì 22 maggio, occasione in cui è stato rinnovato anche il cda del gruppo.

L’assemblea si è svolta in un periodo di campagna elettorale per le amministrazioni comunali del territorio e per l’Europa. “I risultati raccolti testimoniano – dice Donati – che nonostante i cambiamenti di governo e la crisi economica il Distretto Conciario di Santa Croce ha saputo resistere, con grandi risultati, incrementando il fatturato del 3 per cento anche nel 2013”.

In questi tre anni ovviamente si è modificato di gran lunga il mercato di riferimento, registrando oltre il 70 per cento di vendite nell’export, affinando anche la produzione verso la fascia più alta del mercato.

“Le aziende oggi hanno bisogno di stabilità e di poter guardare al futuro con serenità e con regole stabili – dice Donati – e noi come associazione ci siamo presi l’onere di mettere in sicurezza tutto ciò che per la singola azienda rappresenterebbe un problema, dalla questione ambientale all’investimento sulla formazione”.

“La tutela ambientale è uno dei punti su cui l’associazione ha investito di più – continua Donati – da Aquarno al Consorzio Recupero Cromo. Sono tutti impianti che hanno richiesto un impegno economico importante anche da parte delle aziende, permettendo un ridimensionamento dei costi di depurazione e dello smaltimento dei fanghi”.

Al 31 dicembre 2013 sono stati spesi circa 195 milioni di euro per la messa a punto di opere collettive. I costi di esercizio del depuratore Acquarno ammontano a circa 11milioni solo nel 2013, un quinto rispetto a quello che si spendeva venti anni fa. In totale solo nel Distretto Conciario del Comprensorio del Cuoio sono stati spesi circa 1780 milioni di euro per investimenti e costi ecologici.

“Abbiamo dato vita insieme agli altri enti del settore ad un Polo Tecnologico, il Po.Te.Co. – dice ancora Donati – per permettere alle aziende di innovarsi attraverso la formazione di personale qualificato e lo studio di processi produttivi sempre più all’avanguardia”. Sono stati avviati già da diversi anni percorsi di studio professionali ad indirizzo chimico conciario con l’Istituto Cattaneo di San Miniato e con l’Università di Pisa.

Il mercato globale è in continua evoluzione e per essere competitivi è necessario essere sempre pronti a perfezionarsi e ad offrire al cliente un prodotto sempre più di qualità. “Essere competitivi è difficile e complesso – spiega Donati nella sua relazione - perché le aziende si scontrano con non poche criticità, i costi della manodopera troppo alti e i costi ambientali molto esosi. Inoltre sta aumentando il mercato del lusso e per competere con le grandi firme bisogna garantire solidità, sicurezza e serietà”.

L’obiettivo deve rimanere la qualità del prodotto, una pelle sempre più green, nel rispetto dell’ambiente; “dobbiamo valorizzare il codice etico che il Distretto ha da poco sottoscritto e tenerci pronti ad assecondare le aspettative dei nostri clienti”.

E’ in atto l’ipotesi di una nuova certificazione per ribadire tutto ciò che sta dietro alla pelle del Comprensorio del cuoio in termini complessivi di eticità di impresa. "Una nuova certificazione – conclude Donati – sarebbe un nuovo strumento in grado di confermare il valore aggiunto della pelle del distretto conciario toscano, un prodotto di qualità che ha alle spalle, un sistema di impresa che si fonda sul rispetto delle regole anche oltre i limiti previsti dalla legge”.

In sintesi i temi del rispetto ambientale e dell’etica devono essere elementi essenziali per accompagnare la qualità e l’innovazione della pelle del distretto.


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