Attualità venerdì 30 dicembre 2016 ore 13:00
Quarantaquattro opere sulle finestre del Seminario
Il Calendario dell'Avvento è una collettiva a cielo aperto sul "Natale e il creato". Ogni sera per tutto dicembre è stato collocato un quadro
SAN MINIATO — Per il terzo anno consecutivo dal giorno di Natale è visibile nella sua interezza il presepe degli artisti, unico del suo genere in Italia, realizzato sulle finestre dello storico palazzo del seminario. Si tratta di un Calendario dell'Avvento che occupa l'intera piazza e che ogni sera, dal primo dicembre si è arricchito quotidianamente di un'opera, collocata alle 19. Le opere rimarranno visibili fino a metà gennaio.
Una vera e propria mostra collettiva a cielo aperto che interpreta un argomento di carattere generale, il Natale e il creato.
Per Sauro Mori che con Fabrizio Mandorlini e ha coordinato l'iniziativa, "la piazza del Seminario è come se avesse cambiato le sue connotazioni storiche dotando alla storica facciata affrescata da Francesco di Pietro Chimenti nel 1705 di una nuova vivacità, sia che sia avvolta dalla nebbia delle fredde mattine d'inverno, sia che venga illuminata dai raggi del sole, oppure sia avvolta nella suggestione della sera. Le opere di oggi, incorniciate dalla pietra delle finestre, emergono in contrasto con le decorazioni storiche, ma ne diventano al tempo stesso parte integrante".
"Si tratta di un ponte ideale con Betlemme, cittadina con cui San Miniato è gemellata - sottolinea Fabrizio Mandorlini - e che attraverso iniziative come queste o come la Via dei presepi, trova una continuità che altrimenti sarebbe persa. Senza dimenticare che lo scopo di tutto questo è di far riflettere sul senso vero del Natale e al tempo stesso contribuire a rafforzare il ruolo di San Miniato città d'arte e di cultura che le appartiene portando inoltre persone e turisti nel centro storico che probabilmente, come anni fa sarebbe stato deserto durante le feste".
Ma quale messaggio vogliono lanciare in materia di natura e custodia della terra il gruppo di pittori? Ecco che le interpretazione del Cantico dei Cantici di San Francesco, della Preghiera della Terra di Papa Francesco e del mistero della creazione si integrano con l'opera dell'uomo a cui la terra è stata affidata e che, secondo il suo libero arbitrio, compie scelte più o meno buone. Ecco che trovano rappresentazione la natura che si ribella all'uomo, le alluvioni, i terremoti, la deforestazione, l'aumento della popolazione mondiale e l'iniqua distribuzione delle risorse della terra, la desertificazione crescente, le carestie e le migrazioni, l'inquinamento, la terra trasformata in una grande discarica, i traffici illeciti di rifiuti e le "terre dei fuochi" ormai diffuse ovunque. Accanto ad esse ci sono le "buone pratiche" come lo sviluppo dell'agricoltura biologica, le lavorazioni sostenibili, l'economia circolare, la contemplazione della bellezza del creato.
Gli artisti: Bruna Scali, Claudio Occhipinti, Luca Macchi, Rosanna Costa, Simone Malizia, Valentina Volpi, Paola Pini, Wilma Checchi, Luigi Lo Scalzo, Simona Antonelli, Antonella Fiore, Lori Bagnoli, Benedetta Pantani, Elisabetta Donati, Silvana Fedi, Sandro Caioli, Francesca Leporini, Rossella Menichetti, Gerardina Zaccagnino, Sauro Mori, Lorenzo Terreni, Agnese Trinchetti, Sabina Buti, Lucia Marconcini, Paolo Tinghi, Alma Francesca, Rosi De Biasio, Renata Novelli, Simona Soldaini, Elisa Muzzillo, Elena Pizzalis, Daniela Del Sarto, Lina Vinazzani e Raffaele Salvatore Ranaulo.
Alla parte
figurativa si abbina la parola: alcune frasi della lunghezza di un
twitter sono state trascritte in pannelli di grandi dimensioni e
collocate anch'esse alle finestre del palazzo. "Come gocce
sull'arida terra - scrive Patrizia Bianconi - E ancora non
si placa l'eterno seguitare di questa umanità scomposta", dice
Silvia Giannoni. "Il profitto ad ogni costo ha ammazzato il
Natale di San Francesco", commenta Riccardo Cardellicchio.
Riferite al Natale le frasi di Claudio Caioli: "...e venne ad
abitare in mezzo a noi... Guarda il Natale con gli occhi del cuore"
e di Luciano Marrucci "Ci sono ancora dei veri presepi con veri
bambini veramente poveri".
Anche il vescovo di San Miniato
mons. Andrea Migliavacca ha scelto di lasciare il suo messaggio. ha
scritto la sua frase: "Betlemme: casa del pane, casa della pace;
la tua casa..."
Intanto chi passa coglie l'occasione per un selfie, una foto o una ripresa col telefonino per portare con sé una rappresentazione sicuramente inedita.
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