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Attualità martedì 31 gennaio 2017 ore 06:30

Le tre tappe del viaggio africano di Shalom

Una delegazione di 14 persone del Movimento è rientrata lo scorso venerdì dopo aver toccato Benin, Togo e Senegal e monitorato i progetti avviati



SAN MINIATO — La delegazione del Movimento Shalom, guidata da don Andrea Cristiani, composta da 14 persone è rientratalo scorso venerdì dal viaggio che le ha viste attraversare Benin, Togo e Senegal.

In Benin Shalom ha iniziato i lavori di una nuova casa famiglia per 40 bambini orfani che sorgerà a Lokossà, una cittadina del centro del paese africano, dove è attiva da diversi anni una locale sezione di Shalom. Questo primo progetto, che è finanziato da dei donatori privati, sarà presto affiancato da un panificio sociale che contiamo di poter realizzare grazie al sostegno di Unicoop Firenze e della Fondazione il cuore si scioglie..

Il gruppo ha fatto tappa anche in Togo, nella capitale Lomè, dove è attivo il progetto Casa di Giacomo e Vanda per il Togo che consiste in un ostello per l’accoglienza dedicato al ricordo di Giacomo Bandini di San Miniato e un centro di formazione e di alfabetizzazione con un panificio annesso realizzato grazie al contributo di Unicoop Tirreno.

Da lì hanno volato per il Senegal a Dakar e poi nei villaggi più interni di Kebemer e Thiel fino a Tuba. Il soggiorno in Senegal ha avuto lo scopo di verificare l’andamento dei progetti in corso, in particolare il dispensario medico di Thiel, il progetto di microcredito per le donne. Oltre a ciò si sono consolidati rapporti di amicizia e di dialogo interreligioso con il mondo musulmano .

Zoraide Cinelli la ragazza più giovane del gruppo ci racconta la sua esperienza:

"Dal primo giorno il Benin mi è rimasto nel cuore - ha commentato Zoraide Cinelli, la più giovane componente del gruppo Shalom -. Un paese mediamente povero che sorride sempre. Siamo stati in villaggi con condizioni igienico-sanitarie pessime, povertà assoluta, ma mai abbiamo incontrato persone scortesi, ma anzi, tutte loro cercano di offrirti il poco che hanno in cambio di una caramella. Paesaggi indimenticabili, come indimenticabile il vento dell'Harmattan, oppure le strade piene di polvere rossa che entra nella macchina e impregna tutto ciò che tocca, infine, i pranzi poveri ma pieni di condivisione. Mai scorderò l'ultimo pranzo fatto dalle mogli dei nostri amici che ci hanno preparato un pasto eccezionale. Il Benin lo ricorderò come un grande sorriso".

Oltre a Zoraide c'erano anche don Andrea Cristiani, don Donato Agostinelli, Rinaldi Floriana, Volpini Maria Assunta, Pomili Veronica, Palmegiani Loretta, Nuria Biuzzi, Niccolò Barbieri, Claudio Agostini, Manola Polverosi, Stefano Torre, Giovanni Torre, Maria Rosa Salerno.


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