Il Prosecco Spumante, “Champagne” dei “poveri”?
di Nadio Stronchi - lunedì 10 ottobre 2022 ore 09:00
Vitigni e coltivazione
Il vitigno base per la produzione di Prosecco è la Glera, le cui uve devono costituire almeno l'85% del totale. Una piccola frazione, comunque non superiore al 15% del totale, può essere costituita da verdiso, bianchetta trevigiana, perera, glera lunga, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio e Pinot nero, usato soprattutto per la versione rosé.
I terreni adatti alla coltura dei vigneti sono quelli ben esposti e drenati, quindi non sono ammessi terreni ad alta dotazione idrica o torbosi. In ciascun appezzamento devono sussistere almeno 2.300 ceppi per ettaro. Le tecniche di coltivazione e impianto sono quelle "classiche" che non provocano modificazioni alla qualità di uva e vino, prive di forzature. Sono vietate le coltivazioni espanse (come le pergole), ma esiste una deroga di dieci anni per i vigneti piantati prima della disciplinare del 2009.
Il riconoscimento della DOC "Prosecco" e delle DOCG "Conegliano Valdobbiadene" e "Asolo"
Parlando con Luigi Veronelli, era il 1980, gli domandai quale fosse stato, per lui, il vino migliore; Fu subito perentorio. Caro Nadio non esiste il vino migliore in senso assoluto. C’è il miglior Barolo e il miglior umile Lambrusco. Allora non era ancora in auge il Prosecco. Ognuno con le sue peculiarità è il migliore. E’ meglio chiarire che il Proseck della Croazia ha una sua origine e sua diversità di qualità come passito, il Prosecco veneto e vino spumante con una sua origine italiana; non c’è nessuna usurpazione di origine. Eccoci a parlare del Prosecco, che non è Metodo Classico con fermentazione in bottiglia, ma Charmat fermentazione in grossi tini in acciaio, che dentro i suoi territori, in questo caso la zona di Cartizze è un Cru (vigneti delimitati) che si distinguono dalle altre zone o vigneti. Questo Cru, cioè territorio, vigneto e clima danno delle uve di Glera che hanno qualcosa in più di altre. E’ cosi per tutti i vigneti e le uve del mondo. Non si potrebbe piantare viti in qualsiasi terreno, eppure lo facciamo in nome della creatività e del predicato molto enfatizzato; Naturalmente anche per il guadagno! Il Prosecco, però, ha trovato il suo luogo ideale.
E’ già diverso tempo che, a intervalli, degusto il Cartizze Dogali, mica dico che è il migliore in senso assoluto, ma ha un rapporto qualità prezzo tutto di rispetto. Ecco le mie sensazioni. Colore: giallo paglierino con riflessi verdognoli e perlage fine e fitto. Olfatto: armonico, persistente con sentori di piccoli frutti. Gusto: Invitante e fresco, si ripetono i sentori di frutti. E’ stimolante e persistente con sensazione di morbidezza che sfiora il dolce.
Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, Patrimonio UNESCO
Nadio Stronchi