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venerdì 04 ottobre 2024

STORIE DI ORDINARIA UMANITÀ — il Blog di Nicolò Stella

Nicolò Stella

Nato in Sicilia si è trasferito a Pontedera a 26 anni e ha diretto la Stazione Carabinieri per 27 anni. Per sei anni ha svolto la funzione di pubblico ministero d’udienza presso la sezione distaccata di Pontedera del Tribunale di Pisa. Ora fa il nonno e si dedica alla lettura dei libri che non ha avuto tempo di leggere in questi anni.

La tripla scomparsa del busto del Gen.Dalla Chiesa

di Nicolò Stella - giovedì 24 dicembre 2020 ore 07:30

Era la vigilia della festa delle forze armate del 1984, un clamoroso gesto venne perpetrato a Pontedera: nottetempo, ignoti fecero sparire il busto in bronzo dedicato all’ex Prefetto di Palermo, Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, inaugurato appena una settimana prima.

Il 28 ottobre, alla presenza delle massime autorità civili e militari, veniva collocato, sotto i portici del palazzo pretorio, un monumento a ricordo del sacrificio del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso da “cosa nostra” a Palermo il 3 settembre 1982. La città era rappresentata dal Sindaco Carletto Monni, il Vice Sindaco Renzo Remorini e il presidente del consiglio regionale Giacomo Maccheroni. L’Avv. Mario Braccini, chiamato a relazionare sulla figura del Generale ricordò la sua personalità e l’associò agli eroi e ai martiri del risorgimento nazionale che erano già menzionati in una targa posta alle spalle del busto.

Ritornando al furto, questo inizialmente fu associato a un gruppo di obiettori di coscienza, i quali avevano affisso un manifesto dove criticavano la manifestazione prevista per il 4 novembre. In un secondo momento, gli investigatori, puntarono l’attenzione su un anarchico individualista “collega” del netturbino che per prima aveva segnalato la scomparsa del busto.

Nei giorni successivi, diverse informazioni, indicarono la presenza del monumento in fondo alle acque dell’Era, all’altezza della passerella per la cittadella scolastica. Il tratto interessato del fiume fu ispezionato dai sommozzatori e dragato da diversi mezzi meccanici.

Purtroppo le indagini si arenarono in breve tempo, anche per il mortale infortunio sul lavoro del principale indiziato.

Della prima statua di Dalla Chiesa, non si ebbe più nessuna traccia.

Nell’attesa di vedere come acquistare e sostituire l’omaggio che la città aveva voluto tributare al Generale, si fece avanti un personaggio al quale interessava, per un motivo tutto suo e mai sufficientemente svelato, “entrare nelle – grazie - dei Carabinieri”. Raccontò di conoscere il luogo dove era stato nascosto il busto e di lì a poco sarebbe stato in grado di farlo recuperare. La soluzione mutilata interessò gli inquirenti; il ritrovamento li avrebbe riscattati agli occhi critici dell’opinione pubblica.

Proseguendo nel suo piano, l’uomo andò a trovare l’artista e gli commissionò un nuovo busto, identico a quello trafugato, rivelandogli anche la sua intenzione di regalarlo all’Arma. Soprattutto si raccomandò di mantenere il massimo riserbo. A lavoro finito si assicurò che la copia fosse uguale all’originale. Ottenuta la garanzia di autenticità, indennizzò l’artista e portò via la scultura.

Qualche giorno dopo l’artista si confidò con un suo amico su quanto gli era accaduto. Con ogni probabilità la confidenza si allargò ad altre persone tanto d’arrivare all’orecchio dei Carabinieri i quali convocarono nei loro uffici lo scultore che raccontò quanto era di sua conoscenza.

Qualche giorno dopo gli operatori dell’Arma furono contattati telefonicamente dal solito personaggio che affermò di essere in possesso della statua e che era nel cofano della sua auto. Gli investigatori, da qualche settimana aspettavano questo momento, pertanto lo invitarono a conferirla in caserma. Giunto negli uffici con il pesante fardello al seguito, l’uomo venne messo d’innanzi alla sua artificiosa messinscena e alla richiesta di spiegazioni si giustificò e confessò che era stato solo un tentativo, al quanto originale, di omaggiare l’Arma dei Carabinieri.

Da li a poco lasciò la sede senza la statua.

Grazie a una colletta cittadina, fu acquistato un nuovo bronzo di Dalla Chiesa: il terzo; dei primi due non si seppe più nulla.

Il 2 marzo del 1985 il busto venne nuovamente sistemato ma questa volta con una cerimonia semplice; nell’occasionela popolazione rinnovò la testimonianza di stima e di “affetto” verso l’Arma dei Carabinieri i cui uomini, come disse il Generale, “hanno gli argentei alamari cuciti sulla pelle”.

Prima di scoprire il busto il Sindaco dell’epoca, sottolineò “la coscienza democratica di Pontedera ha voluto nuovamente in una sua piazza un monumento in ricordo del generale, dopo il suo trafugamento.”

“Il busto deve essere un monito – disse Monsignor Bertelli - affinché questi delittuosi gesti non si ripetano”.

La terza statua è rimasta sotto il loggiato per trent’anni. Poi una mattina del 2016 scomparì nuovamente e da quell’anno non è più al suo posto, né sistemata in altri luoghi pubblici.

Il primo busto trafugato non si trovò più; della seconda copia si sono perse le tracce e forse si trova stipata in un magazzino o in un angolo di un’abitazione romana; della terza ce ne siamo ricordati solo adesso dopo le polemiche sorte a seguito della prospettata sostituzione toponomastica di Piazza Curtatone.

Nicolò Stella

Articoli dal Blog “Storie di ordinaria umanità” di Nicolò Stella