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Attualità giovedì 03 settembre 2015 ore 14:10

Chiusura poste, sindaci e amministratori in piazza

Manifestazione davanti alla sede regionale dell'azienda. Dalla Valdera sono partiti, tra gli altri, Macelloni, Taglioli e Franconi



FIRENZE — Prosegue la mobilitazione dei sindaci e degli amministratori toscani e di quelli della Valdera (oggi c'erano, tra gli altri, l'assessore Matteo Franconi e i sindaci Renzo Macelloni e Juri Taglioli) contro il piano di riorganizzazione degli uffici postali che prevede un drastico ridimensionamento degli sportelli aperti al pubblico. "Vogliamo contrastare ancora una volta la decisione dell'azienda di privare i nostri territori di un servizio fondamentale per le comunità” spiegano i primi cittadini che hanno messo sotto assedio la sede delle Poste di via Pellicceria indossando le fasce tricolori.

Presenti il vicepresidente vicario e sindaco di Terranuova Bracciolini Sergio Chienni, il presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani e decine di sindaci arrivati da tutte le province, guidati dai colleghi dell'Unione comunale del Chianti fiorentino e dei Comuni di San Casciano Massimiliano Pescini e di Greve Paolo Sottani che, per primi, hanno lanciato l’iniziativa.

Hanno aderito alla protesta anche Confartigianato, Anap e le organizzazioni sindacali.

"Partecipiamo con convinzione e determinazione alla protesta per sette buone ragioni - ha spiegato la Cgil - Tagliando i servizi e gli uffici, si tagliano posti di lavoro e si riduce l'occupazione; alla vigilia della vendita delle azioni del gruppo sul mercato, non vogliamo che le Poste diventino solo una cassa, dimenticando ogni ragione e responsabilità sociale; le condizioni e le pressioni sui lavoratori e le lavoratrici sono peggiorate e aumentate; l'uso sproporzionato di provvedimenti disciplinari; l'abuso dei distacchi che provoca disagi aggiuntivi per i lavoratori ed è la spia di una organizzazione del lavoro che non funziona; un parco mezzo aziendale che ormai viaggia tra il ridicolo ed il drammatico; l'azzeramento delle relazioni sindacali".

Gli uffici interessati dai tagli sono 59, solo 6 in meno rispetto alla prima versione del piano. Di questi, quattro si trovano in provincia di Arezzo (Campogialli, Pieve a Presciano, Meleto e Mercatale), 6 in quella di Firenze (Pomino, Marcialla, Romola, San Donato in Poggio, San Martino alla Palma e Castelnuovo d’Elsa), 10 a Grosseto (Pereta, Santa Caterina, Selva, Montorgiali, Ravi, Torniella, Borgo Carige, Buriano, Monticello dell’Amiata e Talamone), 8 a Lucca (Mologno, Castelvecchio Pascoli, San Ginese, Lappato, Vorno, San Colombano, Valpromaro e Tereglio), 6 a Massa Carrara (Montedivalli, Vinca, Caprigliola, Serricciolo, Filetto e Canevara), 10 a Pisa (Corazzano, Ghizzano di Peccioli, Legoli, Luciana, Marti, Soiana, Treggiaia, Uliveto Terme, San Giovanni alla Vena e Castelmaggiore), 8 a Pistoia (Calamecca, Cireglio, Grazie, Pracchia, San Mommè, Villa Baggio, Montemagno di Quarrata e Tobbiana), 1 a Prato (Bacchereto) e 6 a Siena (Monticchiello, Pievescola, San Gusmè, Gracciano, Montisi e Serre di Rapolano).


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