Lavoro venerdì 07 marzo 2014 ore 15:05
Imprese in rosa, si supera quota 10mila

Nel 2013 in crescita le imprese femminili (+153, +1,5%) in provincia. Balzo in avanti delle giovani (+13%) e delle straniere (+7,5%)
PROVINCIA — Le elaborazioni effettuate dall’Ufficio
Studi della Camera di Commercio di Pisa sulla banca dati Infocamere-Stockview dimostrano che nel 2013 le imprese femminili sono ancora in crescita. In virtù di un saldo positivo tra iscritte e
cessate pari a 153 unità, il totale
delle imprese “in rosa” raggiunge nella nostra provincia quota 10.079 aziende.
Il tasso di crescita del
2013 (+1,5%), che spicca ancor di
più se messo a confronto con quello regionale e nazionale, rispettivamente +0,7% e +0,6%, accresce il “tasso di femminilizzazione” della provincia di
Pisa (23,3%) che arriva ad un passo
dalla media nazionale (23,6%) e a
poco più di un punto da quella toscana (24,4%).
Le dinamiche territoriali evidenziano contributi positivi da quasi tutte le
macro aree: tra queste è la Val d’Era
a mostrare la crescita più significativa +2,7%
(+78 unità), seguita dall’Area Pisana
+1,5% (+59 unità) e dal Valdarno
Inferiore +1,1% (+24 imprese).
Determinante nella crescita delle aziende “in rosa” è il ruolo delle imprese “giovanili”, +166 unità (pari ad un tasso di crescita del+13,0%)e di quelle guidate da imprenditrici straniere +72 unità (tasso di crescita+7,5%). Si tratta di progressi che aumentano l’incidenza delle due categorie sul totale delle imprese femminili che tocca, rispettivamente, il 12,6% (1.263 unità guidate da giovani donne) e 9,9% (996 aziende amministrate da donne straniere). Poco sotto un punto percentuale (+0,9%), ma pur sempre positivo, il contributo delle aziende femminili guidate da italiane.
Non riserva particolari sorprese l’analisi dei settori: le altre attività di servizi per la persona (centri estetici, parrucchieri, centri benessere, ecc..) sono ancora il comparto più popolato da imprese femminili (il 52,6% delle imprese è guidato da donne), seguito dalle confezioni di articoli di abbigliamento (quota 43,1%) e dai servizi di alloggio (37,8% hotel, B&B, ecc.). Nel commercio al dettaglio e della ristorazione e bar è invece “in rosa” un’impresa su tre, mentre percentuali decisamente inferiori si registrano per i servizi di trasporto e magazzinaggio (12,9%) ed il commercio e riparazione di autoveicoli (10,1%).
Quanto alla crescita le
imprese femminili avanzano molto nelle attività di ristorazione e bar (+41 aziende, +5,3%), nelle altre attività di servizi per la persona (+13, +1,4%) e,
all’interno del manifatturiero, delle confezioni
(+10, +6,3%). Le donne arretrano invece in agricoltura
(-26 unità, -2,1%): un fenomeno peraltro comune al complesso del sistema
imprenditoriale pisano.
"Seppur positiva, la crescita delle imprese
condotte da donne si presta ad una duplice interpretazione. - afferma Piefrancesco Pacini, Presidente della Camera di Commercio di Pisa - Se da un lato,
infatti, le imprese femminili sembrano affrontare la crisi con maggior
determinazione, dall’altro è anche vero che le donne stanno scendendo in campo
per sostenere il reddito familiare crollato a causa della mancanza, o addirittura
della perdita del lavoro. Un approccio che, comunque lo si voglia leggere- conclude Pacini - mette in luce alcuni tratti distintivi dello stile imprenditoriale femminile
come la capacità di assegnare un valore centrale ad un sistema a rete che
include lavoro, famiglia e comunità assieme a indubbie abilità e capacità
relazionali.”
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