Cronaca domenica 09 febbraio 2014 ore 19:37
Rossi al centro antiviolenza "Frida Kahlo": "Faremo il possibile per aiutarvi"

I bambini erano in camera, ma lo aspettavano con ansia, forse anche per mangiare insieme a lui le crostate e la torta al cioccolato che erano pronte nel soggiorno.
SAN MINIATO — Poi, appena sono stati certi che non c'erano né fotografi né telecamere, sono scesi a festeggiare il presidente Enrico Rossi, arrivato in visita al centro antiviolenza del Valdarno inferiore "Frida Kahlo" che a San Miniato Basso ospita attualmente 3 nuclei familiari (e le mamme hanno tutte trovato occupazione) e 5 bambini.
Con una il presidente della Regione ha fatto subito amicizia,
mentre ascoltava la presidentessa dell'associazione Frida, Rosalba
Taddeini, il direttore Franco Doni e le altre operatrici e volontarie
che gli narravano una storia nata nel 2008 e fatta del rapporto con
circa 200 donne vittime di violenze, e poi quella di una struttura
(all'apparenza una casa come ce ne sono tante) aperta nel giugno scorso e
volutamente inserita nella comunità e visibile, anche se ben
sorvegliata e presidiata 24 ore su 24. "E' un vero piacere – ha detto alla fine Enrico Rossi - essere qui con
voi per conoscere da vicino la vostra esperienza, che ho molto
apprezzato. Vi invito a continuare e cercheremo di fare il possibile per
aiutarvi".
E, a proposito di aiuti, sono stati il consigliere regionale Paolo
Tognocchi e l'assessore regionale al bilancio, Vittorio Bugli a rivelare
che la Regione ha deciso di istituire un fondo per pagare alle donne
vittime di violenza le spese di tutela legale: una notizia accolta con
grande soddisfazione dalle operatrici e dalle ospiti.
E di sostegno a questa rete di solidarietà e protezione sociale (la
struttura samminiatese fa parte di un circuito nazionale che ne
raccoglie 57) ne ha davvero necessità, visto che purtroppo le violenze
sono in aumento.
Le donne del Frida Kahlo tendono a leggere, pur nella sua gravità, in
senso positivo questo dato, che segnala come dall'apertura del centro le
domande di aiuto siano aumentate del 120%. Si è innescato insomma un
meccanismo virtuoso in grado di far sì che la violenza non sia più
richiusa tra le mura domestiche o – peggio – negata. Nel 2013 sono state
circa 50 le donne che in varie forme si sono rivolte al Centro.
La struttura, che vuole offrire sostegno, non assistenza, prosegue
nelle sue molteplici attività: dal teatro a percorsi di informazione e
sensibilizzazione nelle scuole (si comincia da quelle primarie) e per le
famiglie.
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