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Cultura sabato 15 marzo 2014 ore 18:06

Domenico Quirico:"Il giornalismo è fragilità e passione"

Il conferimento della cittadinanza onoraria è stato preceduto da un dibattito animato dai ragazzi dell’Istituto Checchi



FUCECCHIO — Cosa significa essere giornalista e testimone di sogni e sofferenze di popoli sconosciuti? Domenico Quiricoe Azzurra Meringolo hanno dato le loro risposte ai ragazzi delle classi quarte dell’Istituto Checchi, intervenuti alla cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria di Fucecchio allo stesso Quirico. Alla presenza del sindaco Claudio Toni, dell’assessore all’istruzione Emma Donnini e del presidente della Fondazione Montanelli Bassi Alberto Malvolti, i due ospiti hanno raccontato le proprie esperienze umane e professionali, i propri viaggi da Israele al Rwanda, proseguendo così il percorso tracciato rispettivamente ne Il Paese del Male (Quirico, Edizioni Neri Pozza, 2013) e I ragazzi di Piazza Tahrir (Meringolo, Edizioni Clueb 2011).

Il mestiere di giornalista è prima di tutto il racconto della storia, la testimonianza fedele del dolore degli uomini: non lo si può svolgere da una redazione, stando comodamente seduti davanti al proprio computer. Lo sa bene Quirico, inviato speciale per la Stampa e vittima di un rapimento in Siria durato 152 giorni; lo sa altrettanto bene Azzurra Meringolo, arrivata al Cairo nell’estate del 2010 per un dottorato di ricerca e divenuta testimone di una rivoluzione che ha costretto Mubarak alle dimissioni. Ogni storia deve essere vissuta e compresa, prima di poterla condividere.

Quirico non si è tirato indietro: ha ricordato la necessità, per qualunque professionista, di trasformare nomi e numeri – di una rivoluzione o di un genocidio – in esseri umani, che il lettore possa vedere davanti a sé, vivi; ha sottolineato che l’unicità del giornalismo è la sua fragilità, il valore di un fatto che va perduto in poche ore; ha dubitato, poi, anche di se stesso, di possedere cioè la forza necessaria, l’alfabeto appropriato, per raccontare un’altra situazione estrema come quella della prigionia, se dovesse capitare ancora.
“Vi confesso questo: non faccio incubi. Non mi sveglio urlando, di notte – ha spiegato a uno studente – ma vi dico anche un’altra cosa: io sono le persone che ho incontrato.” A una domanda sull’importanza dei libri, infine, Quirico ha invitato i ragazzi del Checchi a leggere e soprattutto rileggere i libri: ciascuno di essi lo ha aiutato a combattere il tempo immobile del rapimento e gli ha rivelato cose diverse, prima nascoste, crescendo insieme con lui.

Vincitrice del Premio Montanelli Giovani 2013, Azzurra Meringolo ha ricordato i momenti di paura a Piazza Tahrir ma anche gli sguardi pieni di coraggio dei tanti giovani che ha incontrato nei giorni della rivoluzione. Nel suo libro, Azzurra ha cercato di raccontare eventi e momenti di una generazione che ha visto crescere, di ragazzi che, in certi casi, sono entrati a far parte della sua vita, e che, in altri, l’hanno persa prematuramente. Tutte le storie che non hanno trovato spazio nel libro, e di cui lei si rammarica, si sviluppano su internet grazie ad un blog: è la rete che permette aggiornamenti costanti e fruibili sulle vicende dell’Egitto, un paese ancora lacerato e senza una classe politica forte. “Quando sono arrivata al Cairo, nel 2010, nei bar non si poteva parlare non solo di politica, ma nemmeno di problemi socio-economici, come la disoccupazione. Adesso – racconta la Meringolo – siamo tornati a quel punto: i controlli della polizia si moltiplicano, e gli attivisti sono di nuovo in carcere.”

A conclusione del dibattito, visibilmente commossa, l’assessore Emma Donnini ha ringraziato entrambi i giornalisti per i loro interventi, sottolineando, in particolare, l’immenso valore umano di Domenico Quirico, il coraggio e la passione che lo animano e che lo conducono, sempre salvo, in tanti luoghi del mondo; queste sue doti lo hanno reso, oggi, cittadino onorario di Fucecchio, ultimo dopo Indro Montanelli, per nascita, Enzo Biagi e Lilli Gruber, per merito.

Alla cerimonia, tra gli altri, era presente anche Letizia Moizzi, nipote di Indro Montanelli.

Prima di ricevere la cittadinanza onoraria fucecchiese dalle mani del sindaco Claudio Toni, Quirico ha voluto condividere un insegnamento maturato dall’esperienza del rapimento. “La lezione più grande della Siria mi è stata data l’ultimo giorno, da uno dei rivoluzionari che mi tenevano prigioniero – ha affermato il giornalista – quando mi ha detto che io sarei tornato a casa, alla mia vita, e invece lui e gli altri sarebbero rimasti là, ancora e sempre, prigionieri di quell’orrore. In questa verità c’è il mio rapporto con quegli uomini: io sono qui con voi, vivo, e loro sono là, forse, già morti.”


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