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Imprese & Professioni lunedì 08 luglio 2019 ore 10:00

La rivincita del settore Cuoio e Pelli in Toscana

Nonostante le difficoltà che le aziende del cuoio e pellame hanno avuto durante il 2015, si è registrato – secondo alcuni dati riportati dalla MIPEL – un incremento positivo che ha portato una speranza tra le piccole e medie imprese.



TOSCANA — Negli ultimi anni, molte botteghe artigianali hanno dovuto fare i conti con i nuovi mercati globali e i nuovi comportamento d'acquisto dei clienti che spesso si rivolgono alla rete per i prodotti non di prima necessità. A non trarre beneficio della nuova tecnologia, sono purtroppo quelle piccole e medie imprese che sono sempre state fedeli alla tradizione, seguendo i modelli di business classici previsti da chi lavora a stretto contatto con i clienti. Anche in Toscana, dove tra le principali attività manifatturiere troviamo la lavorazione di cuoio e pellami, si sono registrati cali considerevoli della vendita di prodotti e di conseguenza, della produzione stessa.

Tra le novità che si sono imposte nel mercato contemporaneo è sicuramente il metodo di pagamento, con moneta elettronica che nei negozi è veicolata attraverso i terminali POS – come previsto dalla legge entrata in vigore a Giugno 2014 in cui commercianti e professionisti hanno l’obbligo di possederne uno e accettare transazioni superiori ai 30 euro. Questo servizio è rilasciato dalla propria Banca – a pagamento - e attraverso di esso si può fruire della possibilità di ricevere versamenti direttamente dalla carta dei clienti. Il POS è il metodo di transizione più sicuro e veloce e molte compagnie bancarie offrono soluzioni da adattare alle esigenze delle aziende richiedenti; tra queste vi è Axerve (recensioni su Recensioneitalia.it) che offre diversi modelli di terminali POS in base a caratteristiche precise delle attività di destinazione.

Nonostante le difficoltà che le aziende del cuoio e pellame hanno avuto durante il 2015, si è registrato – secondo alcuni dati riportati dalla MIPEL – un incremento positivo che ha portato una speranza tra le piccole e medie imprese in via di ripresa. Si stima che solo nei primi 10 mesi dell’anno successivo, ci sia stato un incremento del fatturato pari al 6,4%, grazie anche alle esportazioni che hanno segnato un positivo pari a 6,1 miliardi di euro. Il tutto viene confermato nell’anno 2018 dove si è raggiunto il record delle esportazioni all’estero di articoli in cuoio e pelle, con un aumento del 10,3%.

In Toscana, esiste una zona specializzata nella lavorazione di cuoio e pelle come materia grezza. Si tratta di una delle principali aree italiane in cui questi materiali vengono trasformati in prodotti e poi distribuiti alle botteghe e attività commerciali (nel paese e nel mondo) che sono associate con le fabbriche attraverso il modello del B2B.

Tra le principali aziende, spicca a San Miniato (una frazione della zona del cuoio) la “Conceria Puccini Attilio”, dove ancora oggi vengono utilizzate tecniche di origine medievale che rendono il prodotto finale veramente unico; qui arrivano le pelli allo stato grezzo e subiscono una serie di processi che consistono nell’eliminare il pelo ancora attaccato al materiale, nella rimozione del grasso in eccesso e in una tecnica definita “al vegetale” – che caratterizza l’azienda – dove il prodotto conciario viene immerso per diversi giorni in botti con i tannini (delle sostanze presenti negli alberi e che rilasciano in acqua se immersi per tanto tempo) che rendono la pelle più naturale e viva. Infine, viene trattato con delle sostanze chimiche che arrestano il processo di putrefazione e la rendono più ricettiva nel processo di conciatura.

Un’altra importante azienda che tratta in questo settore è la “Conceria Papete”, sempre a San Miniato, dove viene lavorata la pelle di bovino tramite l’utilizzo di antichi metodi. Grazie a queste e alla tecnica vegetale, il cuoio acquista diverse colorazioni e tonalità di marrone a seconda della corteccia (dalla quale si estraggono i tannini) utilizzata durante il trattamento. 


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