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Cronaca giovedì 20 marzo 2014 ore 11:05

Emergenza abitativa: via al protocollo d'intesa

Siglato da Unione dei Comuni Circondario dell’Empolese Valdelsa, Asl 11 e Publicasa Spa, ridefinisce le procedure per le situazioni d'emergenza



COMPRENSORIO — Questo protocollo consentirà l’avvio di azioni concrete per fronteggiare l’emergenza abitativa esistente sul territorio. Siglato da Unione dei Comuni Circondario dell’Empolese Valdelsa, Asl 11 e Publicasa Spa, l’ente gestore del patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica nel Circondario, è finalizzato a ridefinire le procedure per la gestione delle situazioni di emergenza dei nuclei familiari soggetti a procedure esecutive di sfratto e a promuovere politiche abitative più efficaci.

Contestualmente sono state approvate le linee guida per l’attuazione degli interventi ed è stata istituita una Commissione tecnica per l’emergenza abitativa (operativa dallo scorso 13 marzo) il cui ruolo è quello di valutare i singoli casi sulla base delle richieste pervenute, gestire le risorse patrimoniali ed economiche esistenti allo scopo, monitorare il disagio abitativo, proporre criteri e modalità uniformi per la gestione del disagio.

Inoltre, sarà costituita una Commissione territoriale per il contrasto del disagio abitativo, il cui avviso pubblico per la presentazione delle richieste di partecipazione rimarrà aperto fino al 18 aprile. Le richieste delle associazioni di volontariato e di quelle di categoria interessate a partecipare a tale Commissione dovranno pervenire entro questa data agli sportelli sociali dei comuni.

La Commissione territoriale, composta dai rappresentanti dei soggetti sottoscrittori del protocollo e da rappresentanti delle organizzazioni sindacali degli inquilini, delle associazioni di proprietà edilizia, di associazioni di volontariato che operano per la prevenzione del disagio sociale, di rappresentanti degli Uffici territoriali di governo interessati alle problematiche legate al disagio abitativo, ha il compito di promuovere azioni coordinate al fine di garantire la sostenibilità sociale dello sfratto e favorire il percorso di passaggio da casa a casa dei soggetti che non sono in possesso di altra abitazione adeguata al proprio nucleo familiare.

La questione abitativa è un elemento cruciale del sistema di protezione e coesione sociale e del sistema di garanzie di cittadinanza, soprattutto in una situazione, come quella attuale, caratterizzata dal preoccupante aumento degli sfratti e crescenti difficoltà delle fasce più deboli della popolazione a sostenere il pagamento del canone, a reperire autonomamente un alloggio sul mercato privato o a trovare altra sistemazione provvisoria; dal diffuso disagio economico e abitativo, che emerge anche dal progressivo aumento delle domande per l'accesso agli alloggi di Edilizia residenziale pubblica, ai contributi del Fondo affitti e del Fondo sfratti; dalla forte eterogeneità dei bisogni presenti nel nostro territorio (alta percentuale di cittadini stranieri, portatori di esigenze particolari, famiglie monoparentali, anziani, ecc.).

Le linee guida del protocollo di intesa per fronteggiare i casi di emergenza abitativa prevede che possano essere attuati vari tipi di interventi:

- erogazione di contributi economici finalizzati al mantenimento o al reperimento dell’alloggio, da assegnare in casi di grave difficoltà a sostenere il pagamento del canone o a reperire autonomamente un alloggio sul mercato privato, o a trovare altra sistemazione provvisoria;

- assegnazione di alloggi per l’emergenza abitativa nella disponibilità dell’Unione dei Comuni;

- intervento di pronta accoglienza, costituito da pernottamento temporaneo in centri di ospitalità notturna o da sistemazione in ostelli e alberghi, in caso di urgenza.

Per accedere a questi interventi, il cittadino deve essere residente in uno dei comuni dell’Unione dei Comuni Circondario dell’Empolese Valdelsa e non deve essere titolare di diritti di proprietà o quote di proprietà, di usufrutto, uso e abitazione su uno o più alloggi ubicati in qualsiasi località. Deve, inoltre, trovarsi in una situazione di emergenza abitativa, caratterizzata dalle seguenti condizioni:

- rilascio forzato dell’alloggio di abitazione a seguito di ordinanza di sgombero o in conseguenza di eventi calamitosi o di situazioni igienico-sanitarie che lo rendano inutilizzabile;

- rischio di perdita dell’alloggio a seguito di provvedimento di sfratto esecutivo;

- condizione di grave disagio sociale ed economico, determinante la difficoltà a sostenere il pagamento del canone di locazione o a reperire autonomamente un alloggio sul mercato privato;

- assenza di una rete parentale in grado di prestare sostegno e accoglienza.

Costituisce criterio di priorità la presenza nel nucleo familiare di minori, disabili, anziani ultrasettantenni.

La procedura per l’attivazione degli interventi prevede che le segnalazioni di disagio abitativo e le richieste di intervento, raccolte dagli sportelli sociali dell’Unione dei Comuni, mediante accesso diretto o tramite l’URP, il Segretariato Sociale, altri soggetti (Publicasa Spa, Sunia, altri sindacati degli inquilini, ecc.), siano esaminate e valutate dalla Commissione tecnica, che provvede a formulare la proposta di intervento, contenente anche gli impegni da sottoscrivere da parte del richiedente (contratto d’intervento), entro 30 giorni dall’avvio del procedimento. Una volta che il richiedente ha sottoscritto il contratto di intervento, esprimendo così di aver condiviso il progetto e accettato i reciproci impegni che ne derivano, la proposta di intervento è trasmessa dalla Commissione al dirigente del servizio politiche abitative e per l’immigrazione e/o all’Asl 11 per l’adozione dei provvedimenti di concessione di loro competenza.


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