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Attualità venerdì 01 marzo 2019 ore 06:30

Stefano, l'influencer toscano del vino

Il giovane enologo è considerato uno dei sette influencer del vino più importanti in Italia. Su Instagram ha oltre 50mila follower. La sua storia



SANTA CROCE SULL'ARNO — Si chiama Stefano Quaglierini, ha 23 anni e abita a Staffoli. E' nato a Barga, in Garfagnana e si è diplomato al liceo scientifico di Fucecchio prima di laurearsi in Viticoltura ed Enologia a Pisa, quest’anno.

Stefano ha 52mila follower su Instagram. La sua pagina ha un nome molto semplice: @italian_wines che, come si può facilmente capire, riconduce alla sua passione per il vino grazie alla quale gira l'Italia (per la cronaca Quaglierini ha creato e gestisce anche questa pagina Instagram sui paesaggi italiani, che conta la bellezza di quasi 230mila follower).

Vinitaly International lo ha indicato come uno dei sette maggiori influencer del vino in Italia, l'unico toscano.

"Passione per il vino nata quasi per caso - ha raccontato Stefano - ero intento a cercare il corso da scegliere per l’università quando vidi che c’era un percorso di studi per diventare Enologo. Fino a quel momento non mi ero mai domandato cosa ci fosse dietro un bicchiere di vino visto che sia la zona che la mia famiglia ne erano totalmente al di fuori. Da lì ho iniziato a documentarmi e ho capito che poteva essere un lavoro adatto a quello che cercavo ovvero un impiego dove toccare per mano la natura ogni giorno insieme all’eccellenza e storia che circonda il vino italiano. Credo di essere uno di quei pochi casi dove la passione è arrivata dopo la scelta di farlo diventare un lavoro".

"Fino a quel momento il vino mi piaceva ma non era una vera e propria passione come invece lo è diventato una volta iniziato il corso di Enologia quindi a studiare e soprattutto a viverlo a 360° con visite in cantine, assaggi ecc.".

Ma che differenze ci sono tra un enologo e un sommelier? "Io sono enologo non praticante e non sono un sommelier. La professione dell’enologo riguarda la gestione di una produzione vinicola e nel trasformare l’uva in vino con tutte le complessità che ne comporta specie ai nostri tempi dove (per fortuna) gli standard qualitativi si stanno sempre più alzando. Il sommelier è invece una professione che riguarda la ristorazione per cui si tratta di altri ambiti e che arriva a comunicare, consigliare e servire il vino una volta che esso è già in bottiglia".

Quaglierini ha scelto "di divulgare il mondo del vino tramite i social con il mio account Instagram, un progetto nato al secondo anno di università".

Ma qual è l'attività di un giovane influencer del vino? "Oggi offro servizi di promozione di attività vinicole tramite il mio canale e consulenze aziendali sempre per quanto riguarda i temi del digital e dei social. Nel dettaglio svolgo promozione di messaggi e di prodotti che le cantine vogliono lanciare sui social e lo faccio tramite il mio account, dando una mia impronta e creando contenuti e testi a riguardo. Molte di queste cantine hanno anche bisogno di formazione e di consulenza per quanto riguarda la gestione dei social dell’azienda e quindi integro anche tali servizi nelle mie proposte".

Nella sua settimana tipo Quaglierini normalmente impiega "circa due giorni di lavoro, a cui vanno integrati altri due giorni che solitamente passo per viaggi o eventi del settore per crearmi contatti e per essere costantemente nel giro".

"Le foto che vedete nei mie post le faccio io direttamente con il mio Samsung S7 Edge, comprato due anni fa, riesce sempre a fare foto di alta qualità, non come quelle di un fotografo ma Instagram è inizialmente nato come un social per “foto professionali ma non troppo patinate” per cui il tipo di qualità è perfetto per il format".

Addentrandoci nel lavoro di influencer si scopre che "pubblico circa 30 contenuti al mese (circa 1 post al giorno) e di questi solo una decina sono di vini il resto è sempre materiale per quanto riguarda il mondo del vino ma improntato sull’informazione. La quasi totalità del vino che bevo lo compro ed ogni mese tendo a mantenere solo 3-4 contenuti promossi dalle aziende (ma creati e sviluppati interamente da me) e che non per forza riguardano bottiglie di vino ma spesso e volentieri sono foto riguardanti le attività che ho svolto durante la visita alle loro aziende".

E come si guadagna con questo lavoro? "Riesco ad avere per il momento uno stipendio stabile ed abbondante, ma non è questo che mi interessa. I miei due interessi principali sono sempre stati il poter lavorare in un ambiente che mi appassiona senza vincoli di orari e luoghi ed avere tempo sia per continuare a formarmi che per viaggiare ed ho avuto la fortuna di esserci riuscito a fare tutto questo".

Abbiamo chiesto a Quaglierini anche quali sono le caratteristiche che differenziano un vino da pochi euro a uno che ne costa migliaia... "Uno dei vini più costosi a livello Italiano è il Masseto, arriva ad avere delle quotazioni di migliaia di euro alle aste. Il prezzo di questi vini è un insieme di fattori che vanno dalla qualità, alla storia, al numero di bottiglie prodotte e fondamentale anche al lavoro di comunicazione sulla percezione del valore del prodotto. Tutta questa serie di fattori integrata ad altrettanti fattori che cambiano da situazione a situazione porta un vino ad aggirarsi su tali cifre anche se si contano veramente sulla punta delle dita quelli che sono riusciti in tale impresa. Il vino è un prodotto non oggettivo, difficilmente quantificabile, ed è proprio questa la differenza rispetto agli altri settori che riesce a dare un fascino che pochi altri prodotti anche gastronomici riescono a raggiungere".

Rispetto alla conoscenza del vino Quaglierini ha detto: "Consiglio di approfondire la conoscenza dei vini a quelle persone che piace bersi e assaporare un bicchiere ma che hanno il timore (che la categoria ha infuso per troppi anni) di approfondire il tutto credendo che dietro ci sia chissà che difficoltà. Il vino è passione e condivisione non c’è niente da capire ma solo da scoprire attraverso le visite nelle diverse aziende e nei diversi territori italiani".

Tuttavia "molti dicono di fare i corsi per sommelier che effettivamente insegnano molto. Se uno vuole risparmiare duemila euro di corsi consiglio di impiegare il tempo e un minimo di budget in libri, viaggi e visite in cantina in modo da apprendere ugualmente alla stessa maniera e anzi toccare direttamente con mano le realtà vinicole".

Ma a un esperto di vino, piace la birra? E come si chiama il sommelier della birra? "Le birre artigianali mi piacciono molto! Non so esattamente come si chiami il sommelier della birra e non so sinceramente se esista!".

Una persona così dentro a questo mondo, dunque, quanto vino beve? "Dipende dalla situazione, tendo a bere anche 100 vini diversi alle manifestazioni dove ci sono altrettante centinaia di vini in assaggio. Questi però restano assaggi quindi sorsi e non veri e propri bicchieri riempiti. Provo tantissimi vini diversi (lo scorso anno ne ho assaggiati più di 800 differenti) ma non esagero mai in quantità, nessuno che lavora nel vino solitamente lo fa, questo secondo me perché rispettiamo talmente tanto il vino da evitare di usarlo come mero strumento per esagerare".

René Pierotti
© Riproduzione riservata


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