Sport giovedì 04 settembre 2014 ore 19:50
Dalla Toscana alla Bulgaria per un gol
Federico Zini è un giovane attaccante che vive in est Europa e fa il calciatore professionista. Qui News l'ha intervistato. Ecco cosa ci ha detto
SAN MINIATO — Quando si pensa ai giovani che scappano dall'Italia in cerca di fortuna vengono subito a mente Londra o Berlino, capitali multiculturali che pullulano di italiani. Non è il caso di Federico Zini che ha scelto di andare in Bulgaria per giocare a calcio a livello professionistico.
Zini è nato a San Miniato il 27 maggio 1993, da qualche mese gioca nel Botev Vratza, serie B bulgara. Nella sua breve carriera è stato anche a Malta, Empoli, Ponsacco, Santa Croce e Riccione. Noi di QUInews abbiamo deciso di intervistarlo per capire di più su questa scelta di andare a cercare fortuna nell'est Europa.
Intanto come stai? Come va l'ambientamento a Vratza?
Sto bene e sono molto carico per questa nuova avventura calcistica. L'ambientamento all'estero non è mai facile, ma qui al Botev Vratza ci sono altri due italiani, Angelo Montenegro e Alessandro Del Genio e questo rende tutto più facile.
Vratza è una cittadina di 70mila abitanti ai piedi dei Carpazi, a circa cento chilometri dalla capitale Sofia. Adesso il clima è simile all'Italia ma a novembre inizia a nevicare, fino a febbraio.
In Bulgaria si vive molto bene, Vratza è tranquilla. Per quanto riguarda il cibo invece è dura perché qui mangiano cose diverse dall'Italia. Mi ha impressionato un piatto, il Tarator, una tazza di latte con cetrioli a pezzi che viene servito come primo piatto, come in Italia si serve la pasta.
Cosa fai nel tempo libero a Vratza?
Il tempo libero molto spesso lo passo alla Play Station con gli altri compagni di squadra. Quando abbiamo il doppio allenamento è veramente dura uscire la sera, i metodi di preparazione sono molto diversi, si privilegia più il piano fisico che quello tecnico. Quando abbiamo un po' di tempo usciamo e andiamo in alcuni locali della città.
Sei solo, hai qualche familiare e la fidanzata con te?
Per il momento sono solo e vivo in albergo. Doveva venire a trovarmi mio padre ma poi per impegni è rimasto in Italia. Il prossimo mese di ottobre invece dovrebbe venire a trovarmi la mia ragazza.
Dopo la Bulgaria vorresti tornare in Italia o continuare a girare il mondo?
Ho firmato un contratto fino al 30 giugno 2015, vediamo come va la stagione per decidere il futuro. Sicuramente mi piacerebbe continuare a giocare all'estero, ma valuterei anche offerte provenienti dall'Italia.
Come mai hai deciso di andare a giocare fuori dall'Italia in campionati minori?
E' una scelta. Dopo aver provato l'esperienza dello scorso anno in un'altra nazione ho deciso di continuare a giocare all'estero, nonostante nella sessione estiva abbia avuto la possibilità di tornare a giocare in Italia.
Vantaggi e svantaggi di essere un nomade del gol...
Sono migliorato molto in inglese, se mi sentisse ora la mia professoressa delle superiori non ci crederebbe, ho imparato anche le parole base in bulgaro, quelle relative al calcio o per mangiare al ristorante. Altri vantaggi sono scoprire nuove culture e soprattutto nuovi metodi di gioco. Gli svantaggi sono il distacco dalla famiglia, dalla ragazza e dagli amici.
L'anno scorso hai giocato a Malta, come è stata l'esperienza?
Al Msida St. Joseph FC è stata la mia prima esperienza professionistica all'estero ed è stata molto positiva. All'inizio ho trovato delle difficoltà soprattutto per la lingua inglese e per i modi totalmente diversi di svolgere gli allenamenti. Dopo un po' mi sono ambientato con i compagni di squadra, con i tifosi e le persone della città di Msida. Il ricordo migliore è la gara contro lo Zurrieq, sono stato premiato Man of the match. Ho totalizzato 8 presenze siglando 2 gol.
Prima di iniziare a viaggiare per il calcio in che squadre hai giocato?
Ho iniziato a giocare nelle giovanili dell'Empoli per poi passare alla CuoioPelli Cappiano, ho giocato anche nel Ponsacco, Pelli Santa Croce, Borgo a Buggiano e nello Scandicci. La prima esperienza fuori casa è stata all'età di 19 anni quando sono andato a giocare a Riccione, raggiungendo una clamorosa ed inaspettata salvezza.
Qual è il tuo ruolo?
Il mio ruolo è attaccante centrale, ma da tre anni a questa parte sto giocando come attaccante esterno o seconda punta.
Come va la stagione e qual è l'obiettivo della tua squadra quest'anno?
Siamo già alla quinta giornata e sono titolare, quindi bene ma come dicevo gioco attaccante esterno e debbo ancora segnare il primo gol. L'obiettivo della squadra è quello di provar a salire nella Serie A.
A quale categoria può essere paragonata la B bulgara?
La Serie B bulgara è paragonabile a una Lega Pro italiana. Non ritengo che sia un livello minore, anche la Serie B a Malta equivale alla nostra Lega Pro. Il calcio estero si sta evolvendo.
Da casa seguono le tue partite?
Mia nonna è la tifosa più accesa, ma anche la mia ragazza e la mamma. Purtroppo ascoltano i miei racconti perché il canale che trasmette le partite 7news, è visibile solo qua in Bulgaria.
Quanto spesso torni in Italia?
In Italia tornerò solamente il 2 dicembre, quando i campionati in Bulgaria si fermano per la sosta invernale e mi tratterò fino al 10 gennaio. Dopo andremo con la squadra in Turchia per riprendere la preparazione atletica fino alla ripresa del campionato, a marzo.
A chi ti ispiri come attaccante?
Pippo Inzaghi, anche perché da quando sono piccolo, amici e addetti a lavori, mi hanno sempre accostato a lui per la reattività di farmi trovare sotto porta, ma un giocatore che mi è sempre piaciuto è senza dubbio Jonathan Granito, lo seguo da sempre e ho avuto anche la fortuna di poterci giocare insieme.
Qual è il tuo sogno e il tuo obiettivo per la carriera calcistica?
Il sogno sarebbe quello di giocare nella massima serie italiana ma in fondo l'obiettivo è far sì che il calcio continui a essere il mio lavoro. Ho fatto e sto facendo molti sacrifici e spero che vengano ripagati.
Ringrazio Debora, la mia ragazza, per avermi sempre appoggiato e per essere sempre presente, saluto tutta la mia famiglia e i parenti, tutti i ragazzi de La Serra e i miei amici che con chiamate o messaggi si fanno sentire spesso.
René Pierotti
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