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Cultura sabato 07 giugno 2014 ore 09:00

Radici e germogli in mostra a Palazzo Grifoni

Le opere del pittore italiano Domenico Conforte in esposizione a San Miniato, sua terra d'adozione. Temi ricorrenti la natura e il paesaggio toscano



SAN MINIATO — Si inaugura sabato 7 giugno 2014 alle 18, nello storico Palazzo Grifoni, la mostra di pittura dell’artista Domenico Conforte dal titolo “Radici e germogli”.

Una pittura segnica, carica di significato, un’arte che arriva da lontano quella di Conforte. Composizioni che appartengono alla tradizione ma che hanno una forte impronta innovativa, contemporanea, dove la pittura è ancora dipinta. Un racconto attraverso immagini che riassumono l’intera vita artistica di questo uomo che si è fatto pittore.
L’intera esistenza, l’appartenenza alla sua terra, la Lucania, le sue radici hanno modellato (mai termine fu più giusto) il suo lavoro artistico.
Lavoro che approda nelle sale della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato con una mostra antologica, ma in sé anche la sua prima vera e propria mostra, che raccoglie una sessantina di lavori dall’inizio degli anni ‘70 ad oggi.
La scelta, da parte del curatore Andrea Mancini, è stata quella di “riscoprire” e portare questo artista con anni di lavoro pittorico (e non solo) al cospetto del grande pubblico.
“Domenico Conforte - scrive Mancini - è un importante pittore italiano, lo scopriamo solo adesso, visto che la prima esposizione della sua opera è di questo 2014, quasi fuori tempo massimo.”
Ancor più importante perché questo lavoro è portato in uno dei più belli e rinomati palazzi signorili di San Miniato, sua terra d’adozione. Infatti Conforte, classe 1947 nasce a Ruoti, un paese in provincia di Potenza ma ventenne, nel 1968, poco dopo il diploma all’Istituto d’Arte di Salerno, si trasferisce in Toscana, a San Miniato. Figlio di pastori e agricoltori, trascorre l’infanzia e l’adolescenza nelle campagne circostanti. Studiare richiede da parte sua molta volontà e caparbietà, per i disagi, i ritardi e le interruzioni durante la scuola dell’obbligo, provocati dalla presenza degli edifici scolastici in centri troppo lontani e dalla mancanza di strade e mezzi.
Le origini contadine, la vita giovanile trascorsa fra i pastori e i boschi della Lucania determinano una passione per il mondo della natura che rimane viva e si arricchisce fra le colline e i boschi del paesaggio toscano, divenendo una delle sue fonti ispiratrici.
Nel 1970 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze, alla scuola di Pittura di Afro Basaldella e di Vinicio Berti. Approfondisce gli interessi e la ricerca in pittura e fa esperienze di Estetica Sperimentale con il professor Carmelo Genovese. Si diploma col massimo dei voti nel giugno 1974, con una tesi su Paul Klee.
Un anno dopo inizia l’attività di insegnante, con la nomina a docente di Disegno dal vero all’Istituto d’arte di Volterra. In seguito passa alla scuola media ed insegna Educazione Artistica in diverse località della provincia pisana (Ponte a Egola, Monteverdi Marittimo, Riparbella, Castellina, Montopoli Val d’Arno, Santa Maria a Monte, Pontedera); nel 1982 ottiene il trasferimento a San Miniato, dove rimane fino al 2011.
Questa lunga esperienza con gli alunni, attraverso il contatto con la loro freschezza creativa, è un’importante occasione di arricchimento per l’attività di artista.
Un artista che ha ben chiaro il rapporto tra natura, arte e uomo. Amori, legami che quotidianamente invadono la sua esistenza.
“Una mostra – scrive Mancini - può raccontare molte cose, ma difficilmente può restituire l’immagine di un uomo, un uomo della natura come Domenico Conforte, rustico e discreto, ma anche poeta e cantore dell’incrocio misterioso che unisce uomo animale pianta, che la maggior parte di noi ha irrimediabilmente perduto.”
Una mostra tutta da scoprire e da vivere come andrebbero vissuti e scoperti gli artisti, ma ancor di più con l’arte di Domenico Conforte. La mostra, che vanta il patrocinio del Comune di San Miniato, è accompagnata da un catalogo edito da “La conchiglia di Santiago” e curato da Andrea Mancini con testi di Luciana Dottore e dello stesso Mancini.

L'esposizione sarà aperta ai visitatori, ad ingresso libero, fino al 30 giugno con il seguente orario: dal lunedì al venerdì 9-13 e 15-18, sabato e domenica 9-13 e 15-19. Chiuso il lunedì.


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