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Lavoro venerdì 21 marzo 2014 ore 16:08

Cna: "Diamo una scossa all'economia, portiamo i mezzi in piazza"

da sinistra Barbara Vannini, Andrea Zavanella

Una manifestazione di piazza promossa dai caschi gialli per scuotere i palazzi del potere locale e per trovare una soluzione al mondo delle costruzioni



PROVINCIA — Se non c’è lavoro nei cantieri, tanto vale portare in piazza camion e ruspe per confermare che il livello di guardia è stato raggiunto, anzi forse è già stato superato.  Questa era l’idea originaria, partita dal comparto forse maggiormente in crisi, quello dell’edilizia che poi si è allargata a macchia d’olio a tutte le categorie presenti all’interno della Cna di Pisa.
Tutte le Unioni (le categorie produttive in cui è articolata la Cna) hanno espresso solidarietà per questa iniziativa e per questo la presidenza provinciale ha deciso di trasformarla in una manifestazione di tutte le imprese, convocata per giovedì 3 aprile sui lungarni pisani.

I problemi e le richieste sono infatti largamente condivisi: più lavoro vero e meno lavoro nero, più legalità e meno burocrazia, più credito e meno tasse . L’appello alle istituzioni locali e nazionali è chiaro: serve una scossa per far ripartire dall’economia. Non è più tempo di parole e promesse. Deve arrivare il tempo dei fatti. Delle riforme che servono alle imprese e ai lavoratori e non alle consorterie che hanno affondato il paese.

Con queste parole d’ordine il presidente provinciale Cna Pisa Andrea Zavanella, Andrea Di Benedetto Vicepresidente nazionale CNA, i membri della presidenza provinciale CNA: Elena Fariello, Matteo Giusti, Michele Spagnoli e i presidenti e dirigenti delle Unioni e delle Aree zonali CNA e il direttore generale CNA di Pisa Rolando Pampaloni.

Primi a parlare sono stati la presidente Unione Costruzioni Barbara Vannini, il presidente Unione Impianti Marco Ammannati, e il vice Luca Lazzeri che per primi hanno lanciato l’idea della manifestazione.

Una manifestazione per “opporsi a tutto questo, far vedere che siamo disposti a lottare - spiegano all’unisono Barbara Vannini Presidente CNA Costruzioni e Marco Ammannati presidente CNA Impianti - Vogliamo mettere su questa prima protesta pubblica e visibile, per porre al centro del dibattito locale anche le nostre priorità. E cercheremo di coinvolgere anche i sindacati dei lavoratori perché siamo tutti sulla stessa barca. Una protesta che rappresenta non solo la denuncia che qualcosa di più a livello locale può essere fatto, mentre ci sono troppi sordi che fanno finta di non sentire o peggio ancora adottano politiche che tagliano fuori le imprese locali a favore di soggetti che vengono da fuori. Il gigantismo negli appalti e nei global service è un fenomeno che genera nuove povertà, fa perdere professionalità alle imprese e il contatto con la realtà alle stazioni appaltanti che saranno sempre più ostaggio di poche centrali decisionali. Si perdono di vista le vere esigenze dei territori e la forza che possono esprimere. Il comparto costruzioni, impianti, edilizia continua a perdere fatturato, occupati e lavoro. La nostra protesta rappresenta anche però la speranza di invertire la rotta, di favorire il lavoro delle famiglie e di vedere cominciare il nuovo anno sotto nuovi auspici e una nuovo vigore. ‘Diamo una scossa, portiamo i nostri mezzi in piazza’ è la parola d’ordine che daremo”. 

“L'Italia deve ritornare ad essere un Paese che progetta, che investe, che lavora e che produce per questo bisogna difendere e diffondere la cultura d'impresa ad ogni costo – attacca Andrea Zavanella presidente CNA Provinciale - Milioni di artigiani e di piccoli imprenditori chiedono maggiori accesso al credito, puntualità dei pagamenti, una burocrazia meno asfissiante, possibilità di lavoro per sé e per i propri dipendenti. La manifestazione è aperta a tutte le organizzazioni sindacali e di categoria che vogliono aderire, è un problema che è di tutti e ci pare importante coinvolgere nella protesta tutti i soggetti coinvolti, lavoratori e imprenditori. La nostra non è una protesta corporativa perché non c’è solo il nostro interesse particolare di imprese in gioco, ma c’è anzi l’intesse generale di tutto il paese”.


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