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Cronaca sabato 16 gennaio 2016 ore 12:23

Volontari Shalom bloccati in Burkina Faso

Un attentato terroristico ha provocato venti morti. I nomi delle diciannove persone ferme in attesa di sviluppi. La delegazione di Bhalobasa non parte



SAN MINIATO — Attentato terroristico nella capitale del Burkina Faso, Ouagadougou. I delegati Shalom, guidati dal fondatore don Andrea Cristiani non sono potuti rientrare in Italia, ma stanno tutti bene. Si parla di almeno venti morti e di diverse decine di ostaggi nei due attentati che, nella tarda serata di ieri, hanno colpito l’hotel Splendid e il caffè ristorante “Il Cappucino”. Due luoghi situati nelle vicinanze dell’aeroporto della capitale, di solito frequentatati da occidentali, rappresentanti diplomatici e membri di agenzie internazionali.

Il Movimento Shalom, come di consueto in questo periodo, promuove viaggi umanitari nel Burkina Faso. Anche quest’anno, ne hanno preso parte, in gennaio, 19 persone, di queste, un gruppo di sei, guidato da don Andrea Cristiani, sarebbe dovuto rientrare ieri sera con il volo Air France delle 23,30. Della delegazione fa parte anche monsignor Roberto Rodriguez, vescovo argentino e Presidente onorario del Movimento Shalom, amico personale di papa Francesco.

Questi i componenti della delegazione Shalom: don Andrea Cristiani, monsignor Roberto Rodriguez, Michele Carpinelli (avvocato di Roma), Massimo Toschi (Regione Toscana), Andrea Gozzini (responsabile progetto acqua, San Miniato), Stefano Piementese (agronomo fiorentino), Valter Ulivieri (agronomo di Piombino), Luciano Campinoti (tecnico pozzaio di San Miniato), Maria e Enrico Spinelli (volontari Shalom di Prato), Rossana e Massimo Calamai (volontari Shalom Prato), Gabriella Betti (sostenitrice adozioni a distanza di Nuoro), Maria Fantacci (sostenitrice adozioni a distanza di Firenze), Piero Selmi (tecnico di Fucecchio), Lia Burgalassi (consigliere di Unicoop Tirreno), Luisa Piemontese e Mattia Liuzzo (volontari di Pistoia).

“Proprio ieri - ha dichiarato don Andrea Cristiani, raggiunto telefonicamente - abbiamo fatto, presso la nostra Università Ips di Ouagadougou, un incontro con i docenti e gli studenti, molti dei quali di religione musulmana . Abbiamo parlato di terrorismo e posso testimoniare che in questo popolo non ci sono deviazioni fondamentaliste. Certamente i terroristi vengono da fuori, il popolo e gli stessi musulmani, che rappresentano quasi il 50 per cento della popolazione burkinabè non sono fondamentalisti e non vogliono il terrorismo”.

Il Movimento Shalom è in contatto con la Farnesina che sta seguendo la situazione con molta attenzione: “Il nostro Movimento ha radici profonde in Burkina - ha continuato don Andrea nella telefonata di stamani – lì abbiamo un nutrito gruppo di Shalom, così ci sentiamo protetti. Ieri abbiamo raggiunto comunque l’aeroporto passando da strade secondarie, ma non è stato possibile partire poiché i voli sono stati sospesi. Siamo dunque rientrati al nostro centro Laafi Roogo, che significa casa della pace, dove stiamo attendendo notizie sul da farsi. Intanto insieme al vescovo Rodriguez faremo una Santa Messa e un momento di preghiera interreligiosa per le vittime degli attentati”.

Intanto dalla Toscana, dalla Valdera, doveva partire oggi un'altra delegazione di volontari dell'assocazione di don Armando Zappolini: “Viviamo nuovamente ore di grande apprensione – scrivono i responsabili di Bhalobasa - per i nostri amici burkinabè, per i nostri amici e referenti, per il Burkina Faso. L’ambasciatore francese nel Paese Gilles Thibault afferma che quello davanti all’Hotel Splendid di Ouagadougou, vicino all’aeroporto internazionale, è un attentato terroristico”.

Il gruppo di volontari in partenza ha dovuto rinunciare al viaggio in Burkina: “Rinunciamo con enorme dispiacere. Abbiamo contattato l’Unità di crisi della Farnesina che ha raccomandato di non partire, dando come riferimenti nella zona l’Ambasciata d’Italia in Costa D’Avorio. Siamo davvero molto preoccupati e addolorati per il Burkina così ferito, quando aveva appena ritrovato serenità e stabilità, dopo le elezioni e sotto la guida di un nuovo presidente. E siamo ancora più vicini ai nostri referenti e ai nostri amici burkinabè”.


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