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Lavoro venerdì 14 novembre 2014 ore 16:30

Mercato del credito per le aziende pisane

La domanda di accesso al credito è invariata rispetto all'anno passato. Le imprese chiedono tassi di interesse moderati e una valutazione innovativa



PROVINCIA DI PISA — Un'indagine condotta dalla Camera di Commercio di Pisa su un campione di circa 410 imprese della provincia di Pisa, testimonia come la crisi economica continui ad influenzare pesantemente il mercato del credito stretto fra un offerta selettiva e una domanda che resta molto debole. 

I crediti erogati alle imprese pisane rimangono infatti sostanzialmente fermi (+0,7% a giugno 2014) a fronte di una Toscana che, da oltre un anno, si trova “sotto zero” (-1% a giugno 2014).

I tassi di interesse praticati dalle banche pisane si confermano stabili da circa un biennio e la domanda di credito stagnante dimostra che le imprese aziende si rivolgono alle banche solo in presenza di assets solidi.  La capacità delle imprese di far fronte al proprio fabbisogno finanziario mette però in luce segnali di una leggera ripresa. Il 58% delle aziende (era 43%, nel 2013 ed il 49% nel 2012), dichiara di riuscire “sempre” a far fronte alle proprie esigenze di liquidità. Un ulteriore 30% riesce a farlo ma talvolta con difficoltà o ritardo. In affanno risulta dunque appena l’11% delle imprese: una percentuale in forte diminuzione rispetto al 2013 (28%).

Vista la minore esigenza di liquidità, la domanda di credito delle imprese pisane sembra essersi diminuita. Le aziende che hanno mantenuto la richiesta di credito invariata o l’hanno aumentata raggiunge nel 2014 quota 90% dopo il 96% dello scorso anno. Sale conseguentemente dal 4% al 10% la quota di aziende che l’hanno contratta.

Molte aziende confermano anche di rinunciare alla richiesta di credito per le condizioni di garanzia presentate dalle banche, e il costo di commissioni e tassi di interesse troppo alti. 

Nel rapporto banche- imprese le aziende chiedono delle operazioni di intervento agli istituti, tra cui lo sviluppo di servizi e modelli di valutazione per pmi, la capacità di valutare progetti innovativi e un servizio di consulenza e affiancamento. 

Un contributo importante per sbloccare la domanda di credito e favorire la ripresa, può ancora essere fornito dai Consorzi di garanzia fidi. Ai Confidi, conosciuti da circa tre quarti delle aziende pisane (74%), hanno fatto ricorso per l’ottenimento di un credito il 18% delle imprese. 

I miglioramenti del rapporto banca-impresa, avvenuto grazie ai Confidi, sono legati ad elementi di efficienza del servizio: riduzione dei costi dell’operazione di finanziamento (nel 20% dei casi); superamento dell’ostacolo delle garanzie (18%); maggiore trasparenza nel rapporto con la banca (14%); minori tempi di attesa dell’erogazione del prestito (11%).

Il livello di gradimento dei servizi offerti alle imprese dalle Banche e dai Consorzi di Garanzia (Confidi) segnala un divario a favore dei Confidi. Relativamente alle banche, le imprese puntano il dito sull’iter burocratico e sulla scarsa certezza dei tempi di valutazione e accettazione delle richieste. Il gradimento degli stessi parametri all’interno del rapporto con i Consorzi di garanzia Fidi, risulta diffusamente più elevato. Il divario a favore dei Confidi è ampio sia nel caso della “certezza (e della lunghezza) dei tempi di valutazione e accettazione della richiesta di credito”, che in quello della “semplicità dell’iter burocratico” e dei “costi di istruttoria”.

“Lo studio che oggi presentiamo evidenzia un ulteriore irrigidimento nei criteri di accesso al credito - dice il  presidente Pierfrancesco Pacini - confermando purtroppo, la convinzione che la luce in fondo al tunnel sia ancora lontana. Per questo motivo, così come suggerito dagli imprenditori nel corso dell’indagine, la Camera di Commercio ha continuato ad adoperarsi non solo per mettere a disposizione contributi a fondo perduto per incentivare i piccoli investimenti ma, soprattutto, ha riservato ingenti risorse per abbattere gli oneri finanziari e per sostenere i Confidi. Su questi due versanti, tra il 2009 ed il 2013, abbiamo investito ben 4,3 milioni di euro sostenendo quasi 1400 imprese che, grazie a questo supporto, hanno attivato ben 61 milioni di euro di investimenti sul territorio. Si tratta di azioni che, nonostante il previsto taglio del diritto annuale dovuto dalle imprese, la Camera ha continuato a portare avanti nel 2014 e, verosimilmente, lo farà anche il prossimo anno.”


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