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La responsabilità politica

di - giovedì 02 luglio 2020 ore 08:54

Il contesto problematico che stiamo vivendo ha forti ripercussioni sociali, economiche e politiche.

Fronteggiare il presente e il futuro comporta un’autentica responsabilità unitaria di tutto l’arco costituzionale.

I ripetuti teatrini e le contrapposte posizioni su tutto, o quasi, non giovano al bene del popolo. Come cittadini invochiamo ad alta voce non mere e inconsistenti promesse, o peggio elemosine che non risolvono i problemi, ma un autentico sforzo i rinascita culturale, sociale e produttiva del paese. Indico di seguito alcune linee:

  • 1. Un forte piano di intervento economico e sociale che sia un’autentica risposta a sostegno delle imprese e della classe lavorativa, due poli inscindibili per garantire un futuro a tutti.
  • 2. Un investimento serio nella scuola. Mentre ci sono ancora incertezze sulla modalità di riapertura delle scuole a settembre, proponiamo delle linee differenziate per tipologia e per regione geografica. Per non sovraccaricare il personale scolastico dovendo forzatamente o ridurre gli orari o aumentare gli spazi, proponiamo di poter creare dei centri alternativi con educatori per l’occupazione dei tempi liberi investendo la società civile organizzata, come sta avvenendo in questo periodo per i centri estivi.
  • 3. Intensificare interagendo con le agenzie internazionali e i governi occidentali lo sviluppo dei paesi del terzo mondo colmando lo scandalo che ci siano paesi ricchissimi di risorse con i loro popoli che soffrono la fame a causa del nostro sfruttamento. Dobbiamo abbattere le cause che provocano le migrazioni e non le persone. L’accoglienza dei migranti va gestita bene e guardata come risorsa e possibilità di duplice valore occupazionale. Prima di tutto investire in un’accoglienza che non sia un mero parcheggio o peggio un addestramento alla criminalità, ma vera scuola di cittadinanza e professionalità, favorendo l’inserimento nelle attività carenti di manodopera i migranti formati.
  • 4. Promuovere la legalità. La corruzione imperversa sovrana e la piovra mafiosa estende i suoi tentacoli su tutto il territorio nazionale, resa ancora più “letale” dal fiume di denaro liquido di cui dispone. Il grande pericolo di oggi è che la criminalità, con i suoi forzieri pieni di soldi, sostituisca lo stato; ne sono prova i mafiosi condannati e ora liberi grazie al coronavirus e i numerosi imprenditori che per salvare le aziende finiscono vittime dello strozzinaggio. Attraverso un’opera di risanamento culturale e la garanzia offerta a tutti del primo diritto costituzionale che è il lavoro, si può combattere la criminalità. Lo schieramento di eserciti non serve, ma inasprisce di più. Solo cultura e lavoro sono le armi impugnabili per vincere questa battaglia.

Utopia? Noi Shalom intanto ci accontentiamo di sognare…


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