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Politica domenica 16 marzo 2014 ore 12:05

Gabbanini: "Non accendere mutui è stata una scelta vincente"

Vittorio Gabbanini

A chiusura della sua prima legislatura, il sindaco di San Miniato racconta cosa è stato fatto e che cosa vorrebbe fare nei prossimi cinque anni



SAN MINIATO — Di anni ne sono trascorsi cinque. E di cose a San Miniato ne sono successe tante. Era infatti il 2009 quando Vittorio Gabbanini fu eletto sindaco, in un quinquennio che, a posteriori, sappiamo quanto sia stato difficile per le conseguenze di una crisi che ha strangolato tutti i settori e ha reso complicato gestire un Comune. Eppure i risultati non sono mancati. "La scelta che prendemmo come amministrazione fu quella di non accendere mutui per non aggravare l'ente - racconta -. Allora sembrò una scelta azzardata ma che, alla lunga ci ha premiato: in cinque anni, infatti, siamo riusciti a reperire fondi necessario allo sviluppo del nostro territorio".

Può farcene un esempio?

"Per la messa in sicurezza del nostro territorio che presenta criticità perché fragilissimo dal punto di vista idrogeologico, abbiamo ottenuto otto milioni di euro. Questi soldi sono stati spesi per il consolidamento di Miravalle, San Domenico, Stibbio e anche per le frane della Valdegola".

Sempre in tema di finanziamenti, se dovesse indicarmi un altro progetto che ritiene importante aver realizzato in questi anni, quale mi direbbe?

"Sicuramente la riqualificazione dell'area produttiva di Ponte a Egola. Si tratta di un percorso che porterà all'Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (Apea). E' un concreto sostegno alle aziende del nostro territorio, che migliora la qualità del contesto in cui operano, ed è stato possibile realizzarlo grazie ad un cofinanziamento della Regione. Poi penso alla chiesa di San Rocco ristrutturata e riaperta dopo diciassette anni, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio che ha finanziato i lavori".

Qual è stata una promessa fatta nella scorsa campagna elettorale e poi mantenuta?

"L'abbassamento della tempistica per l'ottenimento di una licenza urbanistica. Quando mi sono insediato ci volevano in media 300 giorni, un tempo incredibilmente lungo; oggi ne servono 65, ma dobbiamo scendere ancora. Certo qualcuno mi dirà che in questi anni l'edilizia è crollata e quindi, avendo meno pratiche da sbrigare, i tempi si scorciano. Ma non è così. Dal 2009 non c'è stata espansione urbanistica e non ci sono stati alti e bassi sugli oneri di urbanizzazione, per questo è un grande risultato".

Se mi dovesse indicare un progetto da realizzare nei prossimi cinque anni, quale mi direbbe?

"La mia idea, che in parte ho già messo in atto, è quella di liberare le storiche piazze di San Miniato dalle auto. E questo sta già succedendo. Però occorrono parcheggi, e l'idea è quella di creare una viabilità alternativa a San Miniato Basso che arrivi direttamente sotto al Cencione. Qui verrebbe realizzata una grande piazza con un grande parcheggio gratuito dove poter lasciare l'auto. Poi da lì dovrebbero partire due rampe di scale mobili che accedono direttamente al centro storico, un po' come accade a Perugia. Così avremmo parcheggi e un accesso comodo alla nostra città. Per farlo sto pensando di accedere ad un bando europeo. Poi mi viene in mente anche il protocollo d'intesa firmato con la Asl per la realizzazione della Casa della salute di Ponte a Egola: il fatto che qui convoglino i piccoli interventi ambulatoriali di tutto il territorio dell'azienda sanitaria, rappresenta un grande indotto per la nostra frazione".

C'è un progetto che avrebbe voluto portare a termine in questi anni ma che non è riuscito a concludere?

"Avrei voluto ampliare con altri cento posti il parcheggio del Cencione, ma più di trenta non sono riuscito ad averne. Questo è l'unico neo, ma riuscendo a realizzare l'opera ben più ampia delle scale mobili d'accesso alla città, penso che riusciremmo ad ovviare al problema".


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