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Attualità mercoledì 23 novembre 2016 ore 10:00

"Cittadini, vaccinatevi contro la meningite"

Il sindaco invita i cittadini a vaccinarsi

Dopo gli ultimi casi di meningococco il sindaco Spinelli esorta i cittadini a sottoporsi al trattamento. "Diffidate degli apprendisti stregoni"



FUCECCHIO — Fin dai primi casi di meningite che si sono concentrati recentemente nell’Empolese Valdelsa, e più in generale nella Toscana centrale, il sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli (come garante della salute pubblica) è intervenuto per richiamare la popolazione sull'importanza della vaccinazione che al momento "rappresenta l’unica difesa contro questa malattia". 

Per Spinelli lo sforzo economico compiuto dalla Regione Toscana per rendere gratuita la vaccinazione per un’ampia fascia di età ha sicuramente migliorato la situazione ma rimangono ancora molte le persone che non si sono vaccinate o che addirittura diffidano dell’utilità della vaccinazione. 

“Purtroppo - dice Spinelli - anche i recentissimi casi di cronaca dimostrano come la battaglia contro la meningite sia tutt’altro che vinta. E’ necessario che sia sconfitta la diffidenza verso i vaccini altrimenti il rischio di diffusione del meningococco rimarrà inalterato".

"Purtroppo i danni che possono causare certi apprendisti stregoni nello sconsigliare le vaccinazioni sono veramente grandissimi. - aggiunge il sindaco - Basti pensare che in Italia, a causa della mancata copertura vaccinale, si stanno ripresentando malattie che credevamo sconfitte definitivamente”. 

Il sindaco Spinelli, recentemente, si è fatto anche interprete verso l’azienda sanitaria della necessità di un’efficace comunicazione nelle scuole. “I pediatri e i medici di medicina generale - ha aggiunto - stanno facendo un ottimo lavoro anche da un punto di vista informativo, adesso sarebbe necessario un impegno capillare sul territorio per raggiungere tutte le persone, anche quelle che, essendo di diversa nazionalità, hanno più difficoltà a essere informati a causa della lingua".

"In particolare - conclude - credo che un lavoro specifico vada fatto sui ragazzi dai 12 ai 20 anni che rappresenta la fascia di età più a rischio”.


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