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Politica mercoledì 28 aprile 2021 ore 18:20

Keu,"Bocciata richiesta di ricognizione"

La capogruppo M5s in Regione Irene Galletti

Le reazioni delle opposizioni dopo che dell'inchiesta Keu si è discusso in Consiglio Regionale. Parlano Galletti, Meini e Petrucci



FIRENZE — “Prendo atto con grande stupore del voto contrario del Partito Democratico alla nostra mozione, che chiedeva di identificare e mappare le aree dove hanno operato in appalto, negli ultimi 15 anni, le aziende indagate o connesse a queste, coinvolte nella maxi inchiesta Keu. Questo per verificare eventuali irregolarità nei lavori, come è accaduto nel caso della strada regionale 429 Empolese-Valdelsa.
Secondo il Pd, invece, pare che la vigilanza ambientale e il monitoraggio debbano essere fatti solo nel caso che sia richiesto dalla magistratura. Se questo è il modo giusto di governare un grave problema ambientale saranno i cittadini a giudicarlo alle prossime elezioni.”

“Alla Comunicazione di oggi sulla maxi inchiesta Keu e sul coinvolgimento delle istituzioni nei fatti descritti dalla magistratura si è risposto con informazioni tecniche, certamente utili, ma non quelle richieste” ha detto Irene Galletti, Capogruppo del Movimento 5 stelle in Consiglio regionale della Toscana dopo che l'aula oggi ha affrontato ( vedi articoli correlati ) i temi legati all'inchiesta della Dda su presunte irregolarità nello smaltimento di rifiuti conciari.

“Quello di cui chiedevamo conto - sottolinea la pentastellata - sono le responsabilità politiche che emergono dalle indagini: se le ricostruzioni descritte dalla fonti stampa nelle intercettazioni fossero tutte verificate, sarebbe la prova che ci troviamo di fronte ad un sistema inaccettabile di fare politica, in netto contrasto con l’interesse pubblico e al di là di quelle che possono essere le responsabilità individuali, che devono essere lasciate agli inquirenti.”

“Le domande fatte, e a cui non si è risposto, servivano a garantire a tutti i cittadini toscani un percorso di trasparenza, che potesse far luce su quali dinamiche interne hanno favorito questo intreccio di eventi che coinvolgono le istituzioni più alte della Toscana e hanno finito per favorire la ‘ndrangheta calabrese.”

Non si è detta una parola sul coinvolgimento e sulle presunte pressioni fatte ai funzionari degli uffici coinvolti e ai tecnici di Arpat incaricati dei controlli - ricorda Galletti -, mentre abbiamo assistito al teatrino delle auto assoluzioni, dei silenzi e infine all’annuncio della costituzione come parte civile della Regione Toscana."

“Ma i fatti descritti dagli inquirenti nelle intercettazioni - evidenzia la Capogruppo M5S - sottintendono ben altro: l’attuazione di una “strategia” per portare all’approvazione un atto, lascia intendere una consapevolezza di agire secondo un gioco di squadra, tutto interno al PD, che non rientra né tra le prerogative di un notaio, tanto meno tra quelle del Presidente del Consiglio regionale che dovrebbe essere garante di tutte le forze politiche elette in Toscana.”

E conclude: “Naturalmente saranno i magistrati ad accertare i fatti e le responsabilità, ma ci tengo a chiarire bene una cosa: se c’è stato qualche coinvolgimento importante, che pregiudica la correttezza e l’autorevolezza di uno qualsiasi dei membri chiave delle istituzioni più alte della Toscana, la parola dovrà necessariamente tornare ai cittadini attraverso il voto, e senza scuse.”

“Il presidente Giani non ha risposto a nessuno dei punti fondamentali da noi sollevati - ha dichiarato la consigliera Elena Meini (Lega). – Non può continuare a dire che non si rendeva conto di quello che poteva essere l’impatto. Lei presiedeva la seduta ed aveva la facoltà di dichiarare inammissibile l’emendamento”, ha sottolineato facendo riferimento all'atto politico finito nell'inchiesta.

"A suo giudizio non è accettabile che un comparto di eccellenza come quello conciario rischi di pagare salato l’errore di pochi. “Le aziende sono sotto forte pressione – ha rilevato. - Che cosa ha intenzione di fare la Regione Toscana per difendere il comparto? Come sosterremo gli enti locali sul piano sanitario ed economico? Le mafie, che esistono, hanno approfittato della complicità di alcuni politici o della incompetenza di altri? La complicità sarà accertata o smentita dalla magistratura. L’incompetenza è sotto gli occhi di tutti”.

Diego Petrucci (Fratelli d’Italia), ha parlato di “una vicenda che ha scosso tutti” e distinguendo il profilo giudiziario da quello politico, si è soffermato in particolare su due questioni: la responsabilità politica, che esiste; la necessità di salvaguardare un comparto produttivo che è una eccellenza italiana e non solo. Ma nel salvaguardare l’impianto di Acquarno e l’ economia circolare, capace di trasformare un rifiuto in bene di lusso, secondo il consigliere non si può tacere la responsabilità del Sindaco di Santa Croce, che è “primo cittadino, ufficiale sanitario del territorio, custode della propria comunità”. “La responsabilità politica è evidente – ha sottolineato Petrucci – e con questa responsabilità non può continuare a fare il sindaco e a garantire il distretto”.

“Valutare la responsabilità politica e salvaguardare uno dei distretti economici più importanti della Toscana. Due motivi, questi, che ci spingono a chiedere che la sindaca di Santa Croce Deidda faccia un passo indietro e rassegni le dimissioni”, ha detto Petrucci.


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