Incontriamoci in piazzetta

Presentazione di un romanzo e di una raccolta di poesie mercoledì 15 ottobre alle ore 17 nell'ambito dell'iniziativa culturale promossa da Asl e Aisf

EMPOLESE — L'incontro si svolgerà nella piazzetta degli artisti dell’ospedale “San Giuseppe” di Empoli, al primo piano del blocco C.

Nell'occasione Simone Falorni presenterà il suo romanzo Pagliacci dentro mentre Giusy Vanni parlerà della sua raccolta di poesie dal titolo Bianco Scomposto. Entrambi i libri sono editi da Giovane Golden Edizioni.

Pagliacci dentro è il romanzo di esordio di Falorni, ricercatore e divulgatore scientifico in materia di economia ecologica. La storia affronta con ironia e passione il tema della Fibromialgia. Ambientato a Viareggio il romanzo dà voce alla crisi individuale di Giorgio Innocenti, professore universitario dal passato burrascoso, protagonista della vicenda insieme alla sua inseparabile compagna, che lui chiama Nichi, ma che i medici definiscono Sindrome Fibromialgica. Costretto a restare un mese lontano dalla moglie Giulia e dal figlioletto Gianni, il soggiorno nella pensione Burlamacca diventa per Giorgio un mese di dubbi e rimorsi nel corso del quale tentare di ritrovare il coraggio di amare, di cambiare. Simone Falorni offre una storia capace di dare una risposta alla conclamata perdita di valori dei nostri anni. Perché anche quando la malattia, il nonsenso e un treno di morte sembrano aver chiuso ogni strada, un naso rosso di gomma e il coraggio di amare possono far tornare il sole.

Giusy Vanni ha invece già alle spalle alcune pubblicazioni e riconoscimenti come il premio speciale della giuria poesia singola ricevuto al premio europeo di arti letterarie Via Francigena di Pontremoli.

Bianco Scomposto è una raccolta di poesie introspettive, libere da orpelli letterari. Goccia a goccia Giusy Vanni prova con i suoi versi a restituire l’esistenza profonda delle cose piccole e quotidiane, dei gesti che si ripetono uguali tutti i giorni. Un viaggio incerto, il suo, sospeso sulla speranza di un ineffabile altro che si annuncia da lontano: l’attesa della luce, lo sguardo volto all’orizzonte, il connubio tra apparenza e realtà rende quell’attimo estatico quasi immobile e perfetto: una sorta di lucido invito a proseguire il cammino perché, pur nell’ineluttabilità del dolore quotidiano, vale la pena non rassegnarsi e "fondersi con l’arcobaleno".

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