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Cronaca martedì 01 aprile 2014 ore 10:03

Depuratore di Ponte a Cappiano, Arpat: "Usciana, rivalutare impatti ambientali"

Secondo l'agenzia i comportamenti criminosi sulla gestione non avrebbero prodotto carichi inquinanti più consistenti. Occorre controllare gli scarichi



FUCECCHIO — Sono arrivate le analisi compiute da Arpat sulla condizione del depuratore consortile di Ponte a Cappiano. Gli approfondimenti si sono resi necessari dopo la scoperta, avvenuta nel 2012, da parte della Guardia di Finanza e dopo un'indagine condotta dalla magistratura che ha evidenziato comportamenti dolosi da parte del gestore, con falsificazioni di certificati di analisi e manomissioni di dispositivi utilizzati per l'autocampionamento delle acque di scarico del depuratore. L’esito di queste analisi, già presentato nell’ottobre scorso in consiglio a Fucecchio, risponde alla richiesta dei Comuni del Comprensorio (Fucecchio, Santa Croce sull'Arno, Castelfranco di Sotto e Santa Maria a Monte), dell’ottobre scorso di effettuare approfondimenti del controllo sullo stato di salute e sulle condizioni ambientali in cui si trova attualmente il canale Usciana.

Secondo l’Arpat “lo stato della qualità delle acque dell’Usciana è sempre stato scadente, almeno a partire dal 2002, sia per effetto dei carichi inquinanti provenienti dalla zona a monte del Padule di Fucecchio sia per gli apporti specifici delle attività conciaria – si legge in una nota dell’agenzia -. Un miglioramento significativo dello stato di qualità delle acque del canale può essere raggiunto solo con una riduzione del carico inquinante autorizzato di Ponte a Cappiano pari ad un decimo di autorizzato del depuratore di Aquarno, pertanto, senza nulla togliere alla gravità dei reati ipotizzati, anche variazioni sensibili della qualità degli scarichi di Ponte a Cappiano avrebbero inciso relativamente poco sul carico inquinante complessivo recapitato nel canale Usciana”.

“Nell’ipotesi invece che i bypass di sezioni del depuratore, menzionati nel comunicato della Guardia di Finanza avessero avuto l’effetto che la gran parte delle acque in ingresso al depuratore di Ponte a Cappiano non fosse stata depurata, l’eccesso di carico inquinante apportato sarebbe stato evidenziato dall’analisi fin qui condotta dei dati di monitoraggio del canale – prosegue la relazione dell’agenzia -. Non sembra verosimile che i comportamenti criminosi contestati alla gestione del depuratore di Ponte a Cappiano abbiano prodotto carichi inquinanti molto più consistenti di quelli regolarmente autorizzati. Una riduzione significativa nei valori di COD riscontrati dal controllo allo scarico dell’impianto di depurazione di Ponte a Cappiano si è verificata subito dopo la cessazione del conferimento degli extraflussi (rifiuti liquidi conferiti su gomma) precedentemente autorizzati, ben più evidente delle variazioni riscontrate subito dopo il sequestro che ha interrotto l’attività di manomissione dei nostri campionamenti – prosegue la relazione dell’Arpat -. Ciò porta a rivalutare con attenzione gli impatti sull’ambiente dell’autorizzazione a questi tipi di conferimenti e a ponderare con cautela la valutazione della capacità depurativa residua di questi impianti”.

L’Arpat propone poi alcuni interventi necessari per l’attività futura. Per prima cosa il controllo ordinario degli scarichi dei depuratori, secondo le procedure normate, è integrato a discrezione di chi è responsabile dell’attività di controllo, con attività di campionamento e verifica non standard che riscontrino l’affidabilità dei risultati rispetto ad ipotesi di possibili frodi o contraffazioni; il metodo di valutazione dei carichi fluviali verrà considerato d’ora in poi come un possibile strumento di integrazione del controllo dei depuratori. Poi, per migliorare la verifica degli impatti complessivi sulle acque superficiali dell’attività conciaria è necessario che sia migliorata l’accuratezza della misura di portata ai due idrometri presenti sul canale dell’Usciana.

Infine, la relazione dell’Arpat prevede accordi con con il Servizio Idrologico Regionale, propone agli enti locali di finanziare una sonda di monitoraggio in continuo nella stazione di Cateratte per la misura della conducibilità “così che sia possibile evidenziare le anomalie qualitative dello stato del corso d’acqua - si legge ancora nella relazione-. Mentre l’agenzia prevede di inserire nel 2014 attività di indagini mirate a ricercare apporti inquinanti diffusi di Cromo o cloruri ed a perfezionare i bilanci di massa ad essi relativi”.


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