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Attualità martedì 12 agosto 2014 ore 12:11

I tartufi di San Miniato crescono a Palaia

I campionamenti dell'università di Pisa confermano che la zona è tartufigena. Pieroni: "Rivedremo il Piano Cave"



PALAIA — I tartufi a Palaia ci sono sempre stati e anche quelli di San Miniato in realtà vengono dal nostro comune. Non vogliamo fare concorrenza, ma vogliamo solo proteggere una caratteristica del nostro territorio, ovvero quella tartufigena e porre fine alla questione della cave”.

Il sindaco Marco Gherardini, commentando lo studio dell'università di Pisa, non ha dubbi, come anche la provincia: Palaia è una zona tartufigena.

In particolare, i risultati ottenuti dall’Università di Pisa dicono che i campionamenti condotti da dicembre 2013 ad aprile 2014 individuato, all’interno del comune di Palaia, aree di produzione di Tuber Magnatum, tartufo bianco pregiato e di Tuber Borchii, tartufo bianchetto. “Tali esiti mettono – continua Gherardini - un punto definitivo alla questione cave: cosa che rappresenta per noi un motivo di forte soddisfazione”.

Palaia quindi diventa zona tartufigena ufficialmente riconosciuta. Le aree di Cambiati, Chiudendone e Podere San Giuseppe, situate nella valle del Chiecina, sono state riconosciute come vocate alla produzione di tartufi e di conseguenza il Paerp, Piano delle attività estrattive della Provincia di Pisa, dovrà essere modificato, ovvero a Palaia non si caverà l'argilla e la sabbia.
Si conclude così la vicenda riguardante i tre siti nel territorio palaiese che, appunto, erano stati inseriti tra quelli interessati dall'attività estrattiva e dunque identificati come possibile ambito per lo svolgimento di opere di sfruttamento di cave.

In seguito al dibattito che era scaturito attorno all’opportunità di includere le zone in questione tra quella a dove estrarre argilla e sabbia, proprio in considerazione della loro “attitudine tartufigena”, il Comune di Palaia e la stessa Provincia avevano dato alla Facoltà di Agraria dell’Università di Pisa un incarico per l’effettuazione delle ricognizioni scientifiche occorrenti al fine di verificare l’esistenza di un’effettiva vocazione tartufigena per la natura del territorio.

Vocazione che, a conclusione delle indagini svolte, è stata, come detto, riscontrata e accertata.

“Abbiamo – dice il presidente della Provincia Andrea Pieroni – condiviso con l’amministrazione di Palaia il metodo adottato per l’esecuzione degli approfondimenti del caso. Ora avvieremo quanto prima le procedure per la revisione delle disposizioni del Ptc e del Piano Cave”. 


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