Attualità giovedì 07 agosto 2014 ore 12:15
Grano e miele, produzioni ko per colpa del meteo
La pioggia ha fatto bene a mais e girasole. Per salvare la vendemmia servono due settimane di sole e caldo. Il punto di Coldiretti Pisa
PISA — Dopo vento, pioggia e persino grandine, due settimane di sole sono l'unica speranza di salvare la vendemmia.
"Dopo un mese di luglio - spiega Coldiretti della provincia di Pisa - che con il 339 per cento di precipitazioni in più rispetto alla stagione e circa un grado e mezzo di temperatura in meno rispetto alla media dell’anno precedente, aveva alimentato grandi incertezze".
Confermate da un primo monitoraggio effettuato da Coldiretti Pisa secondo cui sarà una stagione destinata a restare negli “annali” non certo per la generosità dei raccolti: "Benissimo il mais e il girasole per i quali si preannuncia un raccolto ottimo, malissimo la raccolta di grano" confermano dal Consorzio Agrario di Pisa.
La pioggia ha attivato in anticipo gli attacchi della mosca olearia nel caso degli olivi e della peronospora per le viti che hanno costretto gli agricoltori a correre ai ripari con aumenti dei costi di produzione per difendere le piante. “È ipotizzabile – spiega Aniello Ascolese, direttore provinciale Coldiretti - una calo di produzione anche se è presto per confermarlo. Saranno decisive le prossime settimane”.
Il maltempo, caratterizzato da forti e brusche piogge, anche intense accompagnate in alcuni casi da grandinate, ha sconvolto i cicli vegetativi delle piante tanto da ritardare la trebbiatura posticipata di una ventina di giorni. “Mai vista una stagione così in tanti anni – conferma Ulisse Stefanucci, cerealicoltore di Coltano – la resa per ettaro è minore. La pioggia ha fatto perdere di peso specifico il grano: tutta quell’acqua gli ha fatto male”.
Dubbi anche sulla qualità: “Peccato – spiega Michele Conti, direttore del Cap di Pisa – perché poteva essere una stagione perfetta. La pioggia ha rovinato i piani ritardando tutte le operazioni di lavorazione”.
A conferma che è stata una stagione unica è l’accensione degli essiccatori: “Il grano molto umido ci ha indotto ad usare per la prima volta una tecnica utilizzata nei paesi del Nord Europa (Austria e Germania) come quella dell’essiccatura. In questo modo abbiamo salvato il salvabile”.
L’anomalia meteo ha “affaticato” anche le api, tanto che il raccolto di miele rischia di essere seriamente compromesso e disomogeneo per aree. Ma a preoccupare, se le condizioni di maltempo dovessero perdurare, sono anche gli effetti sull’agricoltura e sulla produzione di tutti quei prodotti che comunemente si portano in tavola la cui impollinazione dipende dalle api, dalle mele alle mandorle, dalle pesche alle pere, dalle melanzane all’uva, dai cetrioli alle fragole. Non va meglio per l’olivicoltura: la perdita dei raccolti potrebbe arrivare fino al 30 per cento. “La post fioritura, verso fine maggio e inizio giugno, è stata minata da giornate troppo calde che hanno ridotto la capacità di trasformazione dei fiori di olivo in frutto - spiega Fabrizio Filippi, presidente provinciale Coldiretti ed olivicoltore - e questo spiega gli alberi non particolarmente carichi. Adesso servirebbe il caldo. Al contrario, il periodo piovoso ha anticipato la presenza della mosca olearea che sta mangiando e compromettendo la qualità delle olive”. Prima la grandine, poi la pioggia, ora per salvare la prossima vendemmia serve il sole come non mai.
Gianni Moscardini, dell’azienda agricola Sator, a Santa Luce, è stato obbligato a cambiare i suoi piani. L’arrivo anticipato e massiccio dei fenomeni funginei, come la peronospora, il nemico più pericoloso per l’uva, non era previsto così come un ulteriore spostamento in avanti della fase della vendemmia: “Siamo subito corsi ai ripari ma non è ancora chiaro quale sarà la perdita di raccolto. Ad occhio e croce intorno al 25 per cento. Una bella botta”.
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