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Cronaca venerdì 23 maggio 2014 ore 16:15

Cuoiodepur, l'acqua depurata diminuisce di un altro euro

Il presidente di Cuoiodepur Spa Michele Matteoli con Mauro Fiaschi, Simone Taddei ed Ettore Valori che compongono il comitato di presidenza

Per il Consorzio depuratore a servizio dell'area industriale di Ponte a Egola adesso la primissima sfida è l'auto produzione di energia



SAN MINIATO — Oltre un euro in meno al metro cubo. Il costo della depurazione dell'acqua (una delle voci più importanti nel settore) per le aziende di Ponte a Egola scende da 9,51 a 8,49 euro al metro cubo. Il dato emerge dal bilancio 2013 di Cuoiodepur Spa, Consorzio depuratore a servizio dell'area industriale di Ponte a Egola guidato da Michele Matteoli, e presentato all'assemblea degli azionisti nei giorni scorsi. 

Alla presentazione era presente anche il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini. Un bilancio incentrato ancora sulla politica di contenimento dei costi, sviluppata in questi anni, e che continua a produrre un evidente effetto positivo sulla tariffa del servizio. Se si considerano gli ultimi esercizi il costo è diminuito da 12,57 euro al metro cubo del 2010, agli attuali 8,49 euro al metro cubo facendo registrare una riduzione di oltre 4 euro (-32,4%), ovvero un terzo in meno della tariffa iniziale. 

"Questo notevole risultato - spiega il presidente Matteoli - è dovuto solo in minima parte all'aumento dei quantitativi di acqua denunciata, ma è piuttosto una diretta conseguenza delle sensibili riduzioni ottenute per le diverse poste di bilancio. I costi netti del servizio sono diminuitidi oltre 2 milioni 185mila euro. Se si tiene inoltre conto dell’effetto negativo indotto nello stesso periodo dalla notevole crescita incontrollata dei costi energetici, con un aumento di oltre 1 milione e 400mila euro, il contenimento dei costi delle altre voci di bilancio, risulta ancora più marcato di quanto non appare dalle precedenti cifre (oltre 3 milioni e mezzo di minor costi)". 

Un capitolo specifico della relazione Matteoli l'ha dedicata ai fanghi e al loro trattamento considerato che Cuoiodepur è riuscita a chiudere il ciclo della conceria con la produzione finale di fertilizzanti. Tutti i fanghi umidi prodotti dalla depurazione sono stati essiccati e di questi l’ 81% è stato utilizzato per produrre fertilizzante da avviare alla commercializzazione. "Anche se in minor quantità rispetto all’esercizio precedente una parte del fango essiccato è andato allo smaltimento in impianti di recupero - rilevato Matteoli - Se tutti i quantitativi di fango fossero stati trasformati in fertilizzanti, come succedeva prima della crisi del settore agricolo, i costi relativi allo smaltimento sarebbero sicuramente risultati inferiori. Lo smaltimento dei fanghi rappresenta quindi una posta economica sulla quale è teoricamente ancora possibile ottenere ulteriori economie, anche se in questi ultimi anni è la voce di bilancio, insieme ai prodotti chimici, che ha subito le maggiori riduzioni. La realizzazione di un idoneo fabbricato industriale per lo stoccaggio dei prodotti, intervento inserito nel progetto “Tubone”, aumenterebbe notevolmente la possibilità di trasformare tutti i fanghi in fertilizzanti per la loro vendita, oltre che a costituire un chiaro miglioramento ambientale per le migliori condizioni operative". 

Quindi uno sguardo al futuro, agli scenari che si aprono con l'operatività del progetto Tubone alle nuove sfide. Una delle più importanti è la possibilità di auto produzione dell’energia sia elettrica che termica: i costi energetici costituiscono infatti la posta economica di gran lunga più importante, incidendo per il 33% sui costi lordi e oltre il 42% sui costi netti di bilancio. "Il progetto “Meta”, sviluppato in collaborazione con il consorzio Aquarno e altre realtà comprensoriali, si pone come obiettivo la possibilità di recupero di energia dai fanghi e da altri sottoprodotti della filiera conciaria - ha concluso Matteoli - con produzione di gas metano mediante tecniche innovative. La sperimentazione è finanziata dalla Regione Toscana, e potrà fornire indicazioni utili sulla fattibilità dell’iniziativa entro la fine del 2015. Nel 2013 sono state portate a compimento le prove di laboratorio necessarie a fornire i dati utili alla progettazione dell’impianto pilota e a individuare le miscele di prodotti da testare".


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