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Attualità lunedì 01 dicembre 2014 ore 12:30

Imu agricola, centinaia di aziende in ginocchio

Imposta di oltre un milione di euro sui terreni agricoli per imprese e coltivatori diretti della provincia. Cia Pisa: "E' una manovra inaccettabile"



PROVINCIA DI PISA — E' quanto peserà complessivamente la nuova iniziativa del governo con l'Imu agricola. A pagare saranno infatti imprese e coltivatori diretti della provincia di quei 22 comuni del territorio che erano esenti dall'imposta sui terreni agricoli perché considerati svantaggiati. 

"La possibile imminente emanazione del decreto del ministero dell’economia, che rivede l’applicazione dell’Imu nelle zone montane al di sotto dei 600 metri, è inaccettabile - dicono Stefano Berti e Massimo Terreni, rispettivamente direttori di Cia Pisa e Unione Agricoltori Pisa - : individua i terreni agricoli da assoggettare al tributo soltanto sulla base del criterio altimetrico dove sono situati i comuni ed arriva a ridosso della scadenza dei termini di pagamento; oltre tutto obbliga gli agricoltori a pagare in un’unica soluzione, entro il prossimo 16 dicembre, anziché in due rate come tutti gli altri contribuenti”.

Le due organizzazioni agricole alzano la voce come Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari, che a sua volta ricomprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare.

In provincia di Pisa non c'è un comune sopra i 600 metri. Ce ne sono sette invece tra 281 metri e 600 (Castellina Marittima, Castelnuovo Val di Cecina, Chianni, Monteverdi, Montecatini Val di Cecina, Pomarance e Volterra): qui saranno esenti coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti all'Inps; le imprese agricole invece pagheranno. Tutti gli altri, sotto i 280 metri di altitudine, pagheranno l'imposta e alcune agevolazioni sono previste sempre per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti all'Inps.

L'aliquota, se quest'operazione andrà in porto, non potrà che essere quella ordinaria perché i comuni non hanno certo tempo di deliberare. "Pare - aggiunge Berti - che sarà chiesto di versare un imposta provvisoria, un acconto, da conguagliare nel 2015". 

Ma ci saranno decine e decine di aziende che si troveranno un conto da migliaia di euro. "Una manovra economica - spiega Francesca Cupelli, presidente di Cia Pisa - ancora sulla pelle delle aziende agricole, in quest'annata che è stata disastrosa sotto tanti profili: il settore dell'olio ha registrato perdite del 90%, ci sono stati problemi sulla vendemmia, si pagano i danni del maltempo: questi soldi non erano affatto preventivati". 

"E' così che il governo trova gli 80 euro da mettere in busta paga - attacca Terreni - togliendo reddito a chi lavora invece di eliminare qualche spreco, cosa che non ha fatto come tutti i governi che lo hanno preceduto: non mi sembra di aver visto togliere privilegi ai parlamentari o consiglieri regionali". 

Agrinsieme invita il Governo ad escludere l’entrata in vigore delle nuove disposizioni per la loro indubbia violazione del principio sancito nello “Statuto del contribuente” che vieta di prevedere adempimenti a carico dei contribuenti prima di 60 giorni dalla entrata in vigore di provvedimenti di attuazione di nuove leggi. 

"Peraltro – osserva ancora il coordinamento tra Cia, Confagricoltura ed Alleanza delle cooperative agroalimentari - molti dei comuni interessati dall’estensione dei territori colpiti dall’imposta ricadono in zone dove si sono registrati noti e disastrosi effetti del maltempo, sia di recente che durante tutto il 2014". 

"Guarda caso - concludono Berti e Terreni - il governo è dall'Imu agricola che punta a trovare i 300 milioni con cui far quadrare il bilancio: da una parte mette in ginocchio le aziende agricole e dall'altra progetta di scippare gli italiani gettando 400 milioni a beneficio di Federconsorzi".


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