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Politica mercoledì 29 gennaio 2014 ore 07:00

Parrini, candidato alla segreteria regionale del Pd, parla del programma

Ecco un estratto delle sedici pagine proposte dal futuro segretario del Pd. Il lavoro prima di tutto



REGIONE — Il deputato Dario Parrini, unico candidato alla segreteria regionale del Partito Democratico toscano presenta le linee programmatiche per la sua candidatura, incentrata soprattutto su una politica del fare. Il documento si apre con le parole di Veronica, la studentessa empolese, che ha scritto una lettera a Giorgio Napolitano in segno di speranza per i giovani.

"Non c'è un minuto da perdere. Se cambiamo alcune cose subito ce la possiamo fare: altrimenti no". "Parole come queste, o simili a queste, sono sulla bocca di tanti cittadini che incontriamo e che alla politica chiedono esempi positivi e azioni efficaci, programmi chiari e rapidità di esecuzione. Solo profondendo concretezza e modernità riusciremo a dare ai nostri concittadini ragioni vere per provare fiducia, abbandonare la rassegnazione e tornare a credere nella buona politica come mezzo per riconquistare il controllo del futuro."

Ecco cosa propone Parrini per il Lavoro: la rendita del fare

".....C'è un film straordinario di quarant'anni fa, “Pane e cioccolata”, nel quale a un certo punto un industriale (Johnny Dorelli) dice a un lavoratore emigrante (Nino Manfredi): “i soldi non si fanno col lavoro; si fanno coi soldi. Non lo sai?”. Noi dobbiamo ostinarci a voler dimostrare che non aveva ragione Dorelli. La finanza serve alla produzione e deve essere ben organizzata, tanto più in una regione come la nostra dove il sistema del credito ha subito colpi pesanti negli ultimi anni. Ma la priorità va data ai produttori (gli imprenditori e i lavoratori che lavorano nelle loro aziende). Devono avere la precedenza coloro che cercano di guadagnare col lavoro e non con i soldi. La finanza deve essere al loro servizio e non viceversa. Dobbiamo combattere le rendite di posizione e accettare una sola rendita: la rendita del fare. Nella sua azione, che deve essere principalmente legislativa e programmatoria piuttosto che di gestione, la Regione deve sforzarsi di favorire con ogni mezzo la creazione di posti di lavoro.

Il Pd toscano deve in primo luogo farsi artefice di proposte per un radicale riesame del modo in cui opera la pubblica amministrazione: rendere le procedure più semplici, puntando specialmente sulla digitalizzazione, è possibile; diminuire i tempi e i costi amministrativi è possibile; selezionare rigorosamente i bisogni più importanti è possibile; ridurre la spesa pubblica senza che ciò avvenga a danno dei servizi resi ai cittadini è possibile; coordinare iniziative per la riduzione dell'evasione fiscale è possibile; dare un più forte impulso alle unioni e alle fusioni di comuni e all'omogeneizzazione dei procedimenti amministrativi su base regionale è possibile; recuperare su questi ultimi tre fronti risorse da investire in riduzione della pressione fiscale e in un aumento dei servizi e degli investimenti (infrastrutturali, scolastici, di difesa del suolo, per l'internazionalizzazione) è possibile. Anzi è indispensabile. Come è indispensabile impegnarsi a cogliere al cento per cento le opportunità insite in un rapporto dinamico tra Regione e nascitura Città metropolitana.

Bisogna volere queste cose con grande tenacia. E bisogna trovare la forza di mettere in discussione il modo in cui si è agito fino ad oggi partendo da un'idea elementare: si riprende a crescere solo se si è disposti a cercare di migliorarsi in continuazione. Il che significa rimettersi continuamente in discussione. L'innovazione è la radice della crescita della produttività. E la crescita della produttività del sistema – quella che gli economisti chiamano “produttività totale dei fattori” e che è una componente essenziale della competitività di un territorio – deve essere l'obiettivo numero uno delle politiche pubbliche".


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Intervista a Dario Parrini

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