Cronaca martedì 11 febbraio 2014 ore 15:00
Allerta meteo: il 41 per cento dei cittadini teme alluvioni e frane

A dirlo è un'indagine condotta dalla Coldiretti di Pisa, che segnala come l'abbandono di montagne e colline coincida con l'aumento di fenomeni alluvionali
PROVINCIA DI PISA — Una fragilità emotiva frutto della continua emergenza maltempo che pende sopra le nostre
teste ormai con incredibile frequenza, e che va di pari passo con l’effetto dell’abbandono delle aree marginali e
della cementificazione che ha mutato profondamente il territorio e la sua
stabilità. A dirlo è Coldiretti Pisa
(info su www.pisa.coldiretti.it) sulla
base di un’analisi dei dati Istat dal 1990
secondo cui ad oggi sono spariti quasi
20mila ettari di superficie agricola (25mila campi da calcio), con
la presenza degli agricoltori che si è ridotta del 16%, in particolare nelle zone montane e collinari, quelle più
difficili dove vivere, lavorare e
produrre è una sfida quotidiana.
La metà dei terreni “non coltivati” dagli agricoltori o peggio ancora
abbandonati si trova infatti in quelle aree la cui presenza dell’uomo ha
contribuito, nel corso dei secoli, alla generale stabilità di pendii, versanti,
corsi d’acqua e superfici attraverso un metodico e giornaliero lavoro di
mantenimento e presidio che correva a fianco dell’attività agricola. “E’ un
chiaro segnale – spiega Coldiretti – di quanto sia importante la presenza
dell’agricoltura nelle aree così dette svantaggiate dove la manutenzione unita
alla presenza fisica degli agricoltori è un elemento imprescindibile di prevenzione
e di difesa del territorio. Sono circa 8mila
le imprese che hanno lasciato la montagna dagli anni 90 per mancanza di un’opportunità economica che nel tempo è
venuta meno e per un ricambio generazionale che fortunatamente, in questi
ultimi anni, sembra invece dare segnali di inversione positiva”. Anche la presenza degli ungulati, ormai fuori
controllo evidente come certificato da più parti, certo non aiutano chi fa
impresa a “resistere” soprattutto in quelle zone dove l’ordine delle priorità
quotidiane si è invertito.
La nuova allerta meteo ed il ricordo ancora vivo dell’ultimo evento alluvionale che ha danneggiato un migliaio di aziende agricole, in particolare quelle specializzate nella produzione di grano e cereali, e causato l’esondazione di torrenti e canali in tutto il territorio provinciale devono essere un ulteriore stimolo a puntare su politiche di prevenzione. “Con i cambiamenti climatici – conclude Coldiretti - è sempre più urgente investire nella prevenzione per una regione con migliaia di cittadini che ogni giorno vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio in una provincia dove il 98% dei comuni è considerato a rischio idrogeologico”.
Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI