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Attualità venerdì 03 maggio 2024 ore 15:30

Crisi delle concerie, si attiva la Regione

Il comparto lancia un sos per la riduzione dei fatturati, che mette a rischio l'occupazione. Pieroni: "Impegnare subito la Giunta con una risoluzione"



FIRENZE — L'industria conciaria preoccupa. Per questo, in Regione si è svolto il tavolo di confronto alla presenza dei rappresentanti del comparto, come Unic Concerie Italiane, l'Associazione Conciatori, il Consorzio conciatori di Ponte a Egola, Assa e Confindustria toscana.

La situazione internazionale, infatti, da qualche anno sta incidendo in maniera negativa, con una forte contrazione dell'export e, contestualmente, degli occupati, sempre più interessati dalla cassa integrazione.

Il confronto è avvenuto con la seconda Commissione per lo sviluppo economico e rurale del Consiglio regionale, con una discussione incentrata soprattutto sugli strumenti a supporto del comparto conciario e della filiera della moda. Come assicurato dalle associazioni dei conciatori, nei prossimi giorni verrà formalizzato un documento di sintesi con le istanze del conciario, che sarà sottoposto dalla Commissione al Consiglio regionale. A monitorare l'andamento del settore, inoltre, sarà un tavolo di lavoro, utile anche per la rinegoziazione dei finanziamenti in essere e l’accesso al credito facilitato.

"Siamo soddisfatti del confronto - hanno detto i rappresentanti del comparto - che si inserisce in un momento di particolare complessità del mercato. Ci auguriamo che l’interesse manifestato da parte delle istituzioni si traduca quanto prima in strumenti concreti a supporto dell’intera filiera della moda toscana. Stiamo già lavorando per definire la migliore sintesi delle misure più urgenti".

"I dati che le imprese hanno riferito sono preoccupanti: si parla di una riduzione di fatturato dal 20 al 50% - ha commentato il consigliere regionale Andrea Pieroni, del Partito Democratico - non possiamo trascurare il grido di dolore del distretto conciario: ci sono circa 500 aziende tra concerie, contoterzisti e indotto che danno lavoro a oltre 5mila addetti e che registra un fatturato di 2,5 miliardi di euro. Vogliamo predisporre un documento, una risoluzione, da portare in Consiglio regionale, che sia di stimolo, di proposta, di indirizzo alla Giunta perché quelle azioni e quelle strategie possano essere attuate immediatamente in maniera adeguata ed efficace".


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