"Non devono essere i lavoratori a pagare gli errori dei sindaci revisori e dei dirigenti". Questo in sintesi l'intervento dei Cobas in un comunicato, contro le intenzione del municipio sanminiatese.
"Quanto
 sta accadendo ha 
dell'incredibile alla luce di una semplice considerazione: la 
quantificazione delle risorse decentrate spetta esclusivamente all'ente 
in virtù degli articoli 31 e 32 del Cnnl autonomie locali 2004 - si legge in una nota dei Cobas -. Il
 sindacato non ha il compito di definire la composizione del fondo, può e
 deve solo chiedere una verifica del procedimento seguito, ma nulla di 
più".
 
"Se
 la composizione del fondo è prerogativa della parte pubblica, non si 
capisce la ragione per la quale si ritenga il sindacato, a distanza di 
anni, corresponsabile della distribuzione di eccedenti quote  di salario
 accessorio che scaturiscano da un fondo la cui definizione è avvenuta 
per iniziativa unilaterale della parte pubblica - continua la nota -. Partiamo dalla necessità di affidare un incarico ad un 
consulente esterno di altro comune, anche perché, per evitare di rispondere di danno erariale, il 
Comune doveva avere preliminarmente accertato l'impossibilità di 
provvedere a fare certe verifiche tramite  il suo personale interno".
 
"L’amministrazione di San Miniato ha optato per una consulenza 
esterna non ritenendo capaci i  suoi stessi dirigenti/responsabili? - continuano i Cobas nella nota -. Ma all'interno
 dell'ente non ci sono figure professionali pagate per controllare e 
verificare questa documentazione, allora perché ricorrere a un incarico 
esterno?
Questo ha determinato una
 penalizzazione in sede di erogazione sui  premi di risultato, da parte 
dell'organismo indipendente di valutazione?. Quali iniziative intende assumere l’amministrazione nei
 confronti dei soggetti (dirigenti o politici) che hanno assunto gli 
atti con cui è stato determinato il fondo dal 2003 in poi?".
"Il collegio dei revisori ha mostrato nel periodo un comportamento ambiguo - proseguono i Cobas -. Se
 ci sono state irregolarità nella composizione del fondo, perché allora 
da parte dei revisori è stato espresso parere favorevole? Non crediamo che il collegio non possa nascondersi  dietro le proprie competenze burocratiche".
"I responsabili delle risorse umane chiedono alla  parte politica di chiarire le
 modalità con cui intendono procedere al recupero delle somme (dal 2003 al 2011 ), pari circa 511mila euro di cui poco più della meta equivalenti al 
salario accessorio già percepito dal personale ATA. Per il resto forse ci si riferisce  al salario accessorio già percepito 
da personale nel periodo interessato a procedure di “esternalizzazione”? - prosuegue ancora la nota dei Cobas -. La
 messa in mora dei soggetti che “ a vario titolo ” sono intervenuti 
nella costituzione e certificazione dei fondi dal 2003 al 2011 includendovi poi inspiegabilmente i dipendenti che 
hanno partecipato alla ripartizione dei fondi che si sono rivelati 
errati".
E concludono: "Se non
 risarciscono l’ente i responsabili, il recupero 
sugli anni pregressi potrebbe avvenire abbattendo al minimo le indennità
 per dirigenti e posizioni organizzative e\o recuperando da questi 
soggetti le somme occorrenti. In
 alternativa l’ente potrebbe ridurre il numero delle posizioni organizzative da subito ( 
senza aumentarne le indennità pro capite) e legare qualsiasi futuro 
aumento delle stesse esclusivamente  a piani di razionalizzazione della spesa che producano risparmi stabili a seguito della riduzione delle 
figure dirigenziali".