Cronaca

"Cittadini in Comune", l'hacker esce allo scoperto. "Quegli account sono miei"

​"Sono stato io, Alessandro Salvadori, che martedì 27 gennaio sono legittimamente entrato nella pagina Facebook di 'Cittadini in Comune'"

Alessandro Slavadori

Una confessione in piena regola, quella di Alessandro Salvadori che, a sorpresa, spiega come stanno le cose. " Tutti sanno che di questa lista ne ho fatto parte - precisa in una lettera -. Attraverso le credenziali sono entrato nella pagina Facebook e ne ho modificato impostazioni e accessi".

"Non l'ho fatto, però, con strumenti illegali propri di un hacker', come sono stato definito - spiega Salvadori-. Bensì, in qualità di amministratore e creatore dei diversi profili Facebook e dell'account Twitter: i recapiti telefonici e le credenziali, così come i relativi indirizzi e-mail, associati ai vari profili appartengono al sottoscritto -prosegue -. Sono rimasto stupito, inoltre, nel leggere che da più parti sono arrivate frasi di solidarietà per questo presunto sabotaggio, senza prima informarsi se chi aveva lanciato l’allarme fosse il legittimo creatore delle pagine".

"Nei giorni precedenti al 27 di gennaio, ed essendo trascorso molto tempo dalla mia decisione di uscire dalla sopracitata lista - prosegue Salvadori -, mi sarei aspettato che quanti avevano ancora interesse a mantenere attive le pagine, avrebbero avuto l'accortezza di chiamarmi per chiedermi un’autorizzazione all’utilizzo e per le necessarie modifiche di impostazione di contatto. Cosa che però non si è verificata".

"Quindi, per tutelare la mia persona da eventuali querele, ho dovuto effettuare quelle modifiche di cui sono stato accusato, per paura che venisse strumentalizzata la situazione o che per ritorsione contro la mia legittima decisione di uscire dalla lista venisse scritto qualcosa di offensivo sia dagli utilizzatori che dagli amici che ne facevano parte - spiega ancora -. In tutta onestà non era mia intenzione offendere nessuno se, legittimamente, ho preteso tutelare la mia figura da eventuali attacchi denigratori, che per altro erano già stati sferrati. Il mio interesse era, ed è, quello di mettermi a disposizione per un progetto politico concreto e lasciare certe rissose diatribe a quanti hanno una visione della politica diversa da quella che ho io".

E conclude: "Tuttavia, mi rammarico se questa vicenda è stata pretestuosamente portata in piazza con l'evidente intenzione di creare quel tipo di 'confusione mediatica' che non serve alla risoluzione dei problemi del nostro Paese".