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Attualità mercoledì 29 aprile 2015 ore 19:55

Vertenza Cuoiodepur, Ncd s'interroga sul futuro

Dice Roberto Ferraro: "Un'intesa è necessaria poiché siamo in presenza di un'azienda che svolge un importante servizio di utilità pubblica"



SAN MINIATO — Da alcuni mesi è in atto una vertenza di lavoro al consorzio Cuoiodepur di Ponte a Egola, vertenza il cui ultimo atto, al momento, si è consumato il 28 aprile con un nulla di fatto.

La vertenza trae origine da una riorganizzazione aziendale avviata da tempo dal Consorzio al fine di ridurre e razionalizzare i costi.

"Nonostante la razionalizzazione avviata abbia prodotto risultati positivi, essa si è arenata quando il piano di riordino ha interessato il fattore lavoro e quindi le retribuzioni del personale dipendente - sottolinea Roberto Ferraro, responsabile Nuovo CentroDestra di San Miniato -.Da quanto riportano le cronache si comprende che le modifiche retributive e organizzative proposte dall’azienda sembrerebbero non di poco conto. A fronte del rifiuto del personale dipendente ad accettare le novità proposte, la società ha paventato una consistente riduzione di personale".

"Considerato che il consorzio Cuoiodepur è una società privata a partecipazione pubblica che svolge un servizio di interesse pubblico, considerato che la ristrutturazione aziendale ha prodotto fino ad oggi risultati positivi, considerato che dal 2008 – inizio della crisi finanziaria mondiale - in ogni settore produttivo i lavoratori di ogni livello sia subordinati che autonomi hanno visto ridotto il proprio reddito, appare difficile immaginare - aggiunge Ferraro - un'assoluta impossibilità a raggiungere un accordo ragionevole che contemperi le esigenze di entrambe le parti. Un accordo ragionevole vuole dire che nessuna delle due parti deve essere costretta ad accettare condizioni capestro o antistoriche. Nell’attuale momento politico in cui in Italia sembra finalmente farsi strada nel mondo delle imprese il concetto di collaborazione, sia in termini di compartecipazione agli utili di impresa che di condivisione della gestione aziendale, una vertenza aziendale condotta alla vecchia maniera, secondo vecchi schemi, con rigide contrapposizioni sarebbe incomprensibile".

"Pensiamo che nel caso in questione - rileva ancora Roberto Ferraro - un accordo ragionevole non solo sia possibile ma sia anche necessario poiché siamo in presenza di una azienda che svolge un importante servizio di utilità pubblica. I rappresentati di nomina pubblica presenti nel Cda del Consorzio è in questa situazione che debbono far valere il loro ruolo e la loro origine pubblica, ricercando tutte le soluzioni possibili affinché possa essere raggiunta una equa soluzione della vertenza, nel rispetto della efficienza aziendale e della dignità dei lavoratori".


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