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Cronaca venerdì 04 aprile 2014 ore 14:54

Spregi ai manifesti contro il Gabbanini-bis: è scattata la denuncia

La lista "La sinistra per San Miniato" ha deciso di rivolgersi ai carabinieri, dopo che alcuni manifesti erano stati strappati o coperti



SAN MINIATO — La polemica attorno al manifesto che raffigura una donna svegliata di soprassalto all'idea di un Gabbanini bis, proprio non vuole placarsi. "Le locandine erano state affisse 15 giorni fa, con tanto di regolare permesso - fa sapere il consigliere comunale dei Comunisti Uniti di San Miniato, Fabio Corsi -. Alcuni sono stati coperti da altre affissioni, tra le quali anche quella della convocazione di un consiglio comunale, mentre altri sono stati strappati. Per noi azioni di questo tipo sono inconcepibili e vanno contro alle norme di una competizione democratica".

Intanto, contro l'immagine che il manifesto raffigura (niente a che vedere con la campagna elettorale) si è schierata anche l'associazione Frida Kahlo di San Miniato. "Il manifesto scelto da Comunisti uniti e La sinistra per San Miniato paragona l'amministrazione politica uscente ad un incubo, e per rappresentare l'angoscia di una possibile sua rielezione, usa il fumetto di una donna a letto che urla. In questa immagine il testo ha una funzione esplicativa fondamentale - si legge in una nota sul sito dell'associazione, www.associazionefrida.it -. Nel manifesto, non c'è la foto di una donna, ma un fumetto, e del corpo femminile non si vedono che le spalle e l'inizio del seno".

"Non si può parlare di una vera e propria mercificazione del corpo delle donne, anche se la scelta di usare l'immagine di una donna a spalle scoperte e a bocca spalancata al posto di quella di un uomo, risponde allo stereotipo di immagine femminile attrattiva e accattivante - prosegue la nota -. In questo caso, però, la questione è forse un'altra: l'ambiguità che l'immagine crea, soprattutto se il testo che l'accompagna, non viene letto".

"Siamo sicure che l'intento non era questo, e chi ha pensato la campagna voleva raffigurare con quell'immagine il risveglio da un incubo e non certo un atto di violenza - prosegue ancora l'associazione -. Quello che non hanno fatto, però, coloro che hanno progettato questo manifesto, è stato analizzarne il contenuto da una prospettiva di genere. Non c'è stata quindi una preventiva valutazione della possibilità che non vedendo la scritta riportata sotto, quell'immagine potesse evocare uno stupro, e non è stato preso in considerazione che probabilmente per evitare l'ennesima stereotipizzazione, sarebbe stato meglio non usare un'immagine di una donna".


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