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Attualità mercoledì 14 gennaio 2015 ore 17:22

Cripezzi: "Un brutto sgarbo a Nedo Nencioni"

Questa la reazione del capogruppo di Fabrica Comune davanti al "no" del prefetto fiorentino ad intitolare una strada al compagno e deportato politico



FUCECCHIO — È di poche ore fa la notizia che il prefetto di Firenze ha annullato l’intitolazione di una strada a Nedo Nencioni.  Secondo il Prefetto mancano gli estremi per l’attribuzione di una strada al compagno e deportato politico, in quanto la norma prevede che per essere insigniti di tale titolo, il soggetto interessato deve essere morto da almeno dieci anni. 

Emanuele Cripezzi, capogruppo in consiglio di Fabrica Comune non ci sta e chiede all'amministrazione di intervenire con il Ministero dell'Interno. 

"Nutro un profondo rispetto per le Istituzioni, ma questo non mi può impedire di esprimere una posizione politica in merito a questa vicenda: credo che la decisione del Prefetto non abbia minimamente tenuto di conto dell’immenso valore emotivo che quella strada intitolata a Nedo rappresenta per l’intera comunità fucecchiese - dice in una nota Cripezzi - .Chiedo quindi all’Amministrazione Comunale di mobilitarsi quanto prima col Ministero dell’Interno, per derogare secondo la legge 1188 del 23 Giugno 1927 la norma stessa che impedisce prima dei 10 anni di riconoscere Via Nedo Nencioni, in quanto all’articolo 6 della suddetta legge si legge “È inoltre in facoltà del Ministero per l’Interno di consentire la deroga alle suindicate disposizioni in casi eccezionali, quando si tratti di persone che abbiano benemeritato della nazione.” E siccome Nedo è stato insignito della medaglia d’onore, è stato portavoce e presidente di Aned (Associazione Nazionale Ex Deportati) pretendo che sia presa in considerazione la delibera di intitolare la via a questo grande uomo". 

"Ho avuto l’onore di conoscerlo e di ascoltarlo - continua Cripezzi - perché sono sicuro che non si offenderebbe alla vista di un pugno alzato. Lui che è stato deportato nei campi di sterminio tedeschi dopo lo sciopero del ’44 a Empoli e si salvò per miracolo. Sul suo braccio (molti giovani se lo ricorderanno per sempre…) il marchio della inumana violenza nazifascista. Matricola 57302. - e conclude - È soprattutto grazie a persone come Nedo che questo paese, la nostra comunità, ha potuto vivere in una Repubblica democratica. Sarò sempre grato a Nedo per aver contribuito alla diffusione di un messaggio di pace, di fratellanza e di impegno civico". 


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