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Cronaca venerdì 31 gennaio 2014 ore 14:45

Confesercenti protesta contro l'obbligo del pos

Un provvedimento costrittivo a sfavore delle imprese. Sbrana: "Bisogna ripartire i costi tra i soggetti interessati"



COMPRENSORIO — A fine marzo, a meno di ulteriori cambiamenti, entrerà in vigore il decreto interministeriale che renderà obbligatoria l’accettazione delle carte di debito per i pagamenti di importo superiore ai 30 euro, sia per le transazioni con le imprese per l’acquisto di prodotti o la prestazione di servizi sia per i professionisti.
Questo, in pratica, vuol dire che tutte le attività dovranno dotarsi di un Pos. Fino al 30 giugno l'obbligo ricade solo sulle imprese e sui professionisti che nel 2013 hanno avuto un fatturato superiore a 200mila euro; dopo quella data sarà esteso a tutti. La norma, almeno per il momento, si riferisce solo alle carte di debito (cioè ai bancomat) e non alle carte di credito, che non vengono menzionate nel testo.  

L’obbligo riguarda solo il venditore e non l’acquirente che dunque potrà continuare a pagare anche con altri strumenti, come il contante, l’assegno oppure il bonifico. Un provvedimento che non piace soprattutto alle associazioni del commercio in merito ai costi di gestione che ricadranno sulle piccole attività.

“Occorre correggere il provvedimento in modo che tenga conto dei gravi oneri da sostenere – spiega il direttore di Confesercenti Marco Sbrana - dall’attivazione Pos alle commissioni su ogni transazione, e della specificità di alcune imprese. Gli esercizi caratterizzati da pagamenti di piccola entità o con margini strettissimi (dai gestori di carburanti ai tabaccai, dagli edicolanti ai bar) vedranno infatti il proprio margine dimezzarsi o azzerarsi. E’ il caso dei servizi di pagamento di bollette e canoni offerto dai tabaccai, ad esempio, che diventerebbero per l’imprenditore una spesa, e non un guadagno: dovrebbero infatti pagare per accettare bancomat o carte più della loro commissione per l’operazione. Un problema riconosciuto anche dallo Stato: non a caso il decreto liberalizzazioni, per i carburanti, proponeva la gratuità delle commissioni in caso di pagamenti fino a 100 euro, anche se al provvedimento non è stato dato seguito. L’auspicio è che si possa intervenire per ripartire meglio fra i soggetti interessati i costi e i benefici derivanti dalla modernizzazione dei sistemi di pagamento: abbattere la spesa legata alla loro implementazione è l’unico modo per aumentarne la diffusione». Un’operazione che, così come strutturata, richiede urgenti modifiche.
«Una norma che ignora i problemi delle imprese – conclude Sbrana - e non agisce sui costi. Il vero ostacolo alla diffusione della moneta elettronica non è la volontà degli esercenti, che non avrebbero difficoltà a venire incontro alla domanda dei consumatori, ma il costo globale troppo alto dell’utilizzo di carte di credito e di debito in Italia: il 50% in più rispetto alla media europea. Ancora una volta quindi un provvedimento costrittivo, che aumenta i costi delle imprese a prescindere dalle loro scelte».


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