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I veleni del Pfas anche in Toscana

Sono gli impermeabilizzanti più diffusi al mondo. In Veneto è allarme ma secondo il Cnr il problema è presente anche nella zona di Santa Croce

In Veneto è ormai un'emergenza di tipo sanitario per l'inquinamento di acque e ambiente attribuito a un'azienda di Trissino, la Miteni, ma anche la Toscana non è immune al problema. Stiamo parlando dell'inquinamento da Pfas, composti chimici utilizzati per impermeabilizzare moltissimi prodotti, dai capi di abbigliamento alle padelle antiaderenti alle protezioni per smartphone.

Come riportato sul quotidiano La Repubblica, lunedì scorso il ministero della slaute ha respinto al proposta di emanare una direttiva nazionale avviando un monitoraggio dell'inquinamento da Pfas in tutta Italia dichiarando che la questione riguarderebbe solo le province venete di Vicenza, Rovigo, Venezia e Padova.

Uno studio condotto dal Cnr nel 2013 invece aveva esteso la questione anche da altre zone, come quella di Santa Croce sull'Arno, in Toscana.

Al momento il governo ha annunciato ottanta milioni di euro per intervenire sulle reti idriche del Veneto ma il finanziamento non è stato ancora messo in bilancio. Intanto gli operai dell'azienda incriminata hanno scioperato per otto ore. Alcuni controlli clinici avviati all'inizio del 2017 su un campione di adolescenti hanno evidenziato tracce di Pfas nel sangue a un livello variabile fra i 70 e i 300 nanogrammi per grammo.