Attualità

Parrucchieri ed estetiste chiedono di lavorare

Incontro di una delegazione con la sindaca Deidda dopo che il prolungamento della zona rossa nel Cuoio costringe alla chiusura delle attività

Un momento dell'incontro ( foto facebook )

Porte chiuse e luci spente. La zona rossa nel Cuoio ha costretto alla sospensione dell' attività di parrucchiere ed estetica. 

Ieri una delegazione ha incontrato la sindaca di Santa Croce Giulia Deidda:"Con grande dignità, con grande rispetto, con stanchezza, ma anche con determinazione, mi hanno raccontato il disagio profondo che stanno vivendo come professionisti a cui è letteralmente impedito di lavorare. Quella di chi offre servizi di questo tipo non è un’attività estemporanea. Serve programmazione. Chi conosce queste attività lo sa bene: ci sono gli ordini da fare, le offerte da valutare, ci sono i magazzini da sistemare, c’è una stagionalità dei prodotti. La scorsa settimana si sentiva dire che forse, nonostante le zone rosse, ci sarebbero state delle deroghe per consentire qualche riapertura. Chi ci ha sperato è rimasto doppiamente deluso: è forte la delusione, è forte l’amarezza di chi si vede relegato in una micro zona rossa, che però è dentro una regione arancione". 

"Il Comune farà di certo la sua parte", ha aggiunto la sindaca. "Aspetteremo quindi a mettere in approvazione la Tari per studiare bene le esenzioni; azzereremo il pagamento di suolo pubblico per le attività che non hanno lavorato; applicheremo le esenzioni di cui abbiamo il controllo. E ho aggiunto che come sindaca cercherò di sostenere la loro voce per quanto riguarda sostegni. Su questo, il governo deve darsi una mossa e far arrivare i soldi. Perché se l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro e il lavoro viene negato, allora non possiamo far finta che le spese quotidiane, ma anche i piccoli e i grandi investimenti che tengono in vita le nostre piccole aziende, si possano affrontare a parole. Serve una svolta economica per queste categorie di lavoratrici e di lavoratori che sì, appartengono al mondo dell’impresa, ma certo non appartengono ai grandi gruppi della ricca borghesia. Spero che avremo presto, prestissimo, delle risposte. È nell’interesse di tutte e tutti: anche delle categorie apparentemente più protette, anche delle categorie ancora più in crisi. Penso alle titolari e ai titolari di palestre, penso a chi ha una scuola di musica o di danza, penso alle libere e ai liberi professionisti che possono restare aperti, magari, ma che non lavorano se non lavorano i loro clienti."