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Mercato, Confcommercio sul piede di guerra

La riassegnazione dei posti scatena la furia degli ambulanti: "Mai vista una cosa del genere, il Comune risponderà ai nostri avvocati"

Il responsabile sindacale Giovarruscio (a sinistra) e il presidente di Fiva Palermo

"Un'operazione vergognosa". Non usano giri di parole da Fiva e Confcommercio Pisa per la riassegnazione totale dei posti nel mercato di Santa Croce sull'Arno, che l'associazione degli ambulanti e quella dei commercianti hanno fortemente criticato, arrivando a paventare azioni legali contro l'amministrazione comunale.

"Non ho mai visto niente di simile - ha tuonato il presidente Fiva Confcommercio Pisa, Franco Palermo - hanno fatto tutto nelle segrete stanze degli uffici, al cospetto di tre ambulanti che non hanno titolo alcuno di stare a quel tavolo, senza dare alcun riscontro alle associazioni di categoria, senza possibilità di fare osservazioni, senza dare alcun tempo congruo per organizzarsi agli operatori. Hanno scelto di bypassare coloro che hanno titolo per stare a quel tavolo, scegliendo senza alcun senso interlocutori del tutto illegittimi e non rappresentativi del mercato. Ci sono infinite irregolarità: il Comune se la vedrà con gli avvocati".

"Con questo ultimo colpo di scena la sindaca Deidda e l'assessore al Commercio Daniele Bocciardi hanno dato il colpo mortale e definitivo al mercato di Santa Croce - ha rincarato Alessio Giovarruscio, responsabile sindacale di Confcommercio Provincia di Pisa - probabilmente l'amministrazione comunale non vuole più un mercato settimanale". 

Ma la furia di Fiva e Confcommercio non si ferma qui. "Per prendere questa decisione si sono appellati erroneamente a un articolo del regolamento comunale, risalente al 2009, dimostrando di non saper leggere neppure l'italiano più elementare - hanno concluso - questo è l'ultimo regalo di Natale che, in fretta e nottetempo, l'amministrazione consegna agli operatori di Santa Croce, ignari fino a qualche giorno fa su quello che si tramava alle loro spalle: gli operatori di tutto avevano bisogno meno che di vedersi stravolgere la vita e il lavoro per l'ennesima volta".