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Inchiesta Keu, il Comune non sarà parte civile

Con una delibera di Giunta votata all'unanimità, con l'eccezione della sindaca Deidda, si attenderà l'esito del procedimento per fare valutazioni

Il palazzo comunale di Santa Croce sull'Arno

In vista del processo legato alla vicenda Keu, che si terrà al Tribunale di Firenze e la cui udienza è fissata per domani, venerdì 12 Aprile, l'amministrazione comunale di Santa Croce ha deciso di non autorizzare la costituzione di parte civile.

La decisione è stata presa all'unanimità dalla Giunta comunale, con la sola eccezione della sindaca Giulia Deidda. Che, in quanto indagata dalla Procura, non ha partecipato alla seduta. Comunque, l’ufficio legale del Comune è pronto ad agire nei confronti degli imputati in sede civile nel momento in cui dovesse emergere la sussistenza di danni comprovabili.

"Diversamente da altri Comuni, Santa Croce sull’Arno non risulta aver subito danni materiali come conseguenza dei reati contestati - si legge nella delibera - e dalle indagini non sono stati identificati siti potenzialmente contaminati sul territorio comunale. Il Ministero dell’Ambiente, nell’istruire il procedimento per identificare possibili danni ambientali che giustificherebbero la propria costituzione di parte civile, per il territorio di Santa Croce ha osservato che, alla luce delle indagini condotte, lo stato qualitativo della matrice dei sedimenti nel canale Usciana risulta impattato dalle attività antropiche presenti e passate, senza però identificare nello scarico attuale del depuratore Aquarno una significativa sorgente di contaminazione".

"In base a quanto accertato non è immediato riuscire a fornire prova del danno materiale o immateriale subito dal Comune per effetto dei contestati reati ambientali e che costituirsi parte civile, allo stato attuale, porterebbe invece il Comune di Santa Croce a dover sostenere sin da subito significativi costi senza sapere se sussistano o meno concrete possibilità di ottenere un risarcimento - conclude la delibera - l’amministrazione potrà agire direttamente in sede civile nei confronti degli imputati nel caso in cui dovesse in seguito emergere la sussistenza di danni comprovabili".

Per questo, l'amministrazione ha scelto di attendere l’esito del giudizio penale prima di intraprendere iniziative nei confronti dei funzionari e degli amministratori pubblici, tenuto conto della possibilità di intervento riservata alla Corte dei Conti dopo che la sentenza sarà divenuta definitiva.